A Fosdinovo un altare per  don Florindo Bonomi

Nel centenario della nascita ricordato il parroco fondatore del CLN locale e ucciso dai nazisti nel settembre 1944. La cerimonia si è svolta nel cimitero del capoluogo

Il parroco di Fosdinovo, don Giovanni Perini, benedice l'altare
Il parroco di Fosdinovo, don Giovanni Perini, benedice l’altare

Nonostante la giornata autunnale e la pioggia che cadeva intermittente, la cerimonia promossa dal Comune di Fosdinovo nel cimitero del capoluogo il 3 novembre ha visto una buona partecipazione. Del resto si ricordava una delle figure più significative della storia del Novecento locale, quel don Florindo Bonomi che di Fosdinovo fu parroco e che venne torturato e ucciso dai nazisti alla metà di settembre del 1944 per essersi fin dall’inizio schierato dalla parte della Resistenza ed essere stato tra i fondatori del locale Comitato di Liberazione Nazionale.

Don Florindo Bonomi (1918-1944)
Don Florindo Bonomi (1918-1944)

Nel centenario della nascita il Comune lo ha voluto ricordare inaugurando al centro del cimitero un altare in marmo bianco con inserti rossi a lui dedicato con una lapide “A don Florindo (1918-1944). Prete nella Resistenza, membro fondatore del CLN di Fosdinovo”. Con la sindaca Camilla Bianchi erano alcuni colleghi lunigianesi con il gonfalone della Provincia decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare assegnata nel 1947 quale riconoscimento del contributo dato alla Liberazione, per i tanti caduti e per le sofferenze patite nei venti mesi dell’occupazione nazi fascista. A benedire l’altare il parroco, don Giovanni Perini.
La cerimonia è stata anche l’occasione per prendere visione dell’avvenuto restauro della cappella del cimitero all’interno della quale spicca ora la lapide originale della sepoltura di don Florindo con i resti traslati dai vecchi e malandati loculi.
Quella del giovane parroco è una storia emblematica, che si inserisce nel contesto delle ultime settimane della terribile estate 1944 (che aveva appena visto realizzate le stragi nei versanti delle Apuane – a Stazzema in Versilia, a San Terenzo e a Vinca in Lunigiana solo per ricordare le più efferate) In quei giorni le truppe di occupazione realizzarono un ampio e feroce rastrellamento nella Lunigiana orientale. Partendo da Monzone, dove a fine agosto si era stabilito un contingente di oltre mille soldati, i tedeschi misero in atto una serie di rastrellamenti interessando un’area sempre più ampia.

L'altare dedicato a don Florindo Bonomi nel cimitero di Fosdinovo
L’altare dedicato a don Florindo Bonomi nel cimitero di Fosdinovo

Furono centinaia gli uomini catturati, tutti civili che non avevano alcuna responsabilità; chi invece era sospettato di far parte o sostenere la Resistenza venne fucilato. Fu, ad esempio, la sorte di sei persone uccise tra Monzone e Fosdinovo: tra queste anche don Florindo Bonomi, figura ben nota agli occupanti. Il parroco, infatti, era già stato arrestato all’inizio di agosto dai fascisti di Carrara, sospettato di essere tra i fautori della lotta contro nazisti e fascisti e dell’organizzazione del CLN: del resto don Florindo non faceva mistero delle sue posizioni, spesso anche durante le funzioni religiose.
Il fermo durò poco grazie all’intervento del vescovo di Pontremoli, mons. Sismondo, ma quella seconda volta a nulla valse il suo intervento nei confronti delle SS: don Florindo rimase per giorni nelle mani degli aguzzini che lo torturano, invano, per estorcegli una confessione sulle attività partigiane e l’organizzazione della Resistenza.

La sindaca di Fosdinovo, Camilla Bianchi, e il nipote di don Florindo Bonomi scoprono l'altare
La sindaca di Fosdinovo, Camilla Bianchi, e il nipote di don Florindo Bonomi scoprono l’altare

Alla fine, senza dagli respiro, le SS lo caricarono su un mezzo militare dal quale, poco dopo, lo scaraventarono in strada sparandogli e ponendo fine alla sua vita ad appena 26 anni.
Tra il settembre 1944 e l’aprile 1945 furono 14 i parroci del nostro territorio ad essere uccisi: 10 dai nazifascisti (don Lino Baldini, don Eugenio Grigoletti, don Angelo Quiligotti, don Michele Rabino, don Florindo Bonomi, don Luigi Ianni, p. Marcello Verona, don Arturo Vincentelli, don Giuseppe Pierami e don Silvestro Alberti) e 2 dai partigiani (don Sante Fontana e don Giuseppe Lorenzelli). Altri 4 sacerdoti morirono in quei mesi a causa della guerra o delle violenze subite: don Alberto Battilocchi morto a Ceserano durante un bombardamento alleato; don Carlo Beghè anziano parroco di Novegigola morto d’infarto pochi giorni dopo essere stato sottoposto ad un durissimo interrogatorio dalle SS; don Luigi Frizzotti morto in uno dei bombardamenti di Marina di Carrara; don Mario Tucci morto in Garfagnana per lo scoppio di una mina.

(p. biss.)