Avvisi di garanzia: anche Grillo ci ripensa

In molti pensano che tutto sia legato ai problemi di Roma

grilloSe non fosse che dietro traspare un non so che di opportunismo, ci sarebbe davvero da gioire per la decisione dei vertici del Movimento 5 stelle (cioè Casaleggio e Grillo) di non considerare più un reato un avviso di garanzia inviato ad un esponente del Movimento.
È, questa, una scelta di civiltà, che potrebbe porre termine (la proposta dei vertici è stata confermata dal voto informatico degli iscritti 5 Stelle) all’applicazione tout-court di una vera e propria gogna mediatica che nel recente passato ha già colpito esponenti grillini, obbligandoli a lasciare gli incarichi o ad abbandonare il movimento nelle cui liste essi erano stati eletti per un’ipotesi di reato tutta da provare. È il caso del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che si dice “rottamato senza neppure una spiegazione”.
Ora Grillo ha pubblicato sul suo blog un regolamento ed un codice deontologico in cui si richiamano i “portavoce” nelle diverse istituzioni ad una condotta “ispirata ai principi di lealtà, correttezza, onestà, buona fede, trasparenza, disciplina e onore, rispetto della Costituzione, della Repubblica e delle leggi”. Compresa, quindi, quella che, a proposito degli avvisi di garanzia, stabilisce, nell’art. 369 c.p.p., che “solo quando deve compiere un atto al quale il difensore ha diritto di assistere, il pubblico ministero invia per posta, in piego chiuso raccomandato con ricevuta di ritorno, alla persona sottoposta alle indagini e alla persona offesa un’informazione di garanzia con indicazione delle norme di legge che si assumono violate, della data e del luogo del fatto e con invito a esercitare la facoltà di nominare un difensore di fiducia”.
Un atto a tutela dell’indagato, ben lontano dall’essere una condanna, in uno Stato la cui Costituzione (quella cui i grillini sono chiamati ad ispirarsi) sancisce che nessuno può essere dichiarato reo prima che a suo carico sia stata emessa una sentenza definitiva.
Che gli avvisi di garanzia siano stati utilizzati come armi improprie nei confronti di politici ed amministratori è verità. Avvisato uguale colpevole: è questo il messaggio che passa fra la gente e che contribuisce ad alimentare quel clima di rissa politica contro il quale ha lanciato un severo monito lo stesso presidente Mattarella.
Oggi è arrivato Grillo a dire la sua. Dietro ci stanno certamente le preoccupazioni dei vertici 5Stelle a proposito di quanto potrebbe accadere a Roma, a seguito di alcune nomine emanate dalla sindaca Virginia Raggi.
Ma ci sarà un diverso atteggiamento dei “portavoce” pentastellati, sempre pronti a trasformare in reato ogni avviso a carico di un esponente di un altro partito, sempre assai sbrigativamente associato a forme di indiscutibile male universale? È una speranza, ma non mancano già dichiarazioni che alimentano i dubbi.

Giulio Armanini