Vegliate, Viene il Signore

I Domenica di Avvento (Is 2,1-5 Sal 121 Rm 13,11-14 Mt 24,37-44)

Diluvio universale
Genesi, il diluvio universale

“Vegliate, tenetevi pronti…. Viene il Figlio dell’uomo. La notte è avanzata, il giorno è vicino… indossiamo le armi della luce…. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo”. Ci risuonino dentro questi annunci e queste esortazioni come una buona notizia. Al tempo di San Francesco c’era una canzone d’amore che diceva: “Tanto è il bene che mi aspetto… che ogni pena mi è diletto”. Il santo la applicava a sé pensando all’incontro con Gesù Cristo. Le ultime parole della Sacra Scrittura nel libro dell’Apocalisse suonano così: “Lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni! e chi ascolta dica Vieni! Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l’acqua della vita… Colui che attesta queste cose dice: Sì, verrò presto. Amen. Vieni Signore Gesù”. L’Avvento è il tempo per fissare lo sguardo su Gesù e ravvivare il desiderio di lui che è venuto, che viene ora, che verrà a fare cieli nuovi e terra nuova. Le letture ci indicano ciò a cui andiamo incontro, un avvenimento sicuro, che non dipende da noi. Avvenimento da attendere e preparare con consapevolezza e concretezza, da non lasciare nell’incertezza e nell’oblio. “Vegliate, State pronti”. In relazione a questo futuro progettiamo il presente, viviamo con saggezza l’oggi, non da stolti. Due testi. “Che cosa vuol dire: ‘veglio’? Vuol dire: mi sforzo di essere un uomo di coscienza. Non soffoco questa coscienza e non la deformo; chiamo per nome il bene e il male, non li confondo; in me faccio crescere il bene e cerco di correggermi dal male, superandolo in me stesso. Questo è il problema fondamentale, che non si potrà mai sminuire, né spostare su un piano secondario. No! Esso è dappertutto e sempre un problema di primo piano. È tanto più importante quanto più numerose sono le circostanze, che sembrano favorire la nostra tolleranza del male e il fatto che facilmente ci assolviamo da esso, specie se così fanno gli altri… ‘Veglio’ vuol dire inoltre: vedo gli altri… ‘Veglio’ vuol dire: amore del prossimo; vuol dire: fondamentale solidarietà interumana” (Giovanni Paolo II a Czestochowa, GMG 14 agosto 1991). “Fratelli miei, non siamo di animo doppio ma sopportiamo pieni di speranza, per riportare a suo tempo il premio. Colui che ha promesso è fedele, e renderà a ciascuno in misura delle proprie opere. Se compiremo opere di giustizia davanti a Dio, entreremo nel suo regno e riceveremo in premio ciò che orecchio non udì, né occhio vide, né mai entrò in cuore d’uomo. Attendiamo di ora in ora il regno di Dio nella carità e nella giustizia, poiché non conosciamo il giorno della venuta del Signore. Facciamo penitenza in tempo, diamoci con salda volontà a fare il bene, perché siamo pieni di stoltezza e di malizia. Cancelliamo dalla nostra anima i peccati di ieri e dedichiamoci a una vera penitenza, per meritare la salvezza. Guardiamoci dall’adulazione e procuriamo di fare del bene non solo ai nostri fratelli, ma anche a coloro che sono estranei alla nostra fede. Pratichiamo con essi la giustizia, perché il nome di Dio non sia bestemmiato per colpa nostra” (Omelia di un autore del II secolo). Vieni Signore, venga il tuo regno nella mia vita. Non regni in me il peccato, non trionfi su di me il mio nemico. Vieni ora a unirmi più pienamente a te. Che io desideri incontrarti, che io desideri di venire a te in cielo.