Cresce l’allarme per la peste suina in Lunigiana

Si è tenuto un incontro con la vicepresidente Saccardi che ha sottolineato come la “situazione è grave, impediamo che diventi drammatica”. Cinque comuni sono già in zona restrizione I, Pontremoli e Zeri addirittura in zona II

Un momento dell'incontro alla Rosa, sulla peste suina, voluto dall'assessore Saccardi
Un momento dell’incontro alla Rosa, sulla peste suina, voluto dall’assessore Saccardi

“La situazione è grave, dobbiamo intervenire subito affinchè non diventi drammatica”. Così la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi che ha voluto organizzare un incontro nelle Stanze del Teatro della Rosa Pontremoli per parlare della “peste suina africana”, la malattia virale che colpisce suini domestici e cinghiali. Malattia che, non contagia assolutamente gli esseri umani, ma provoca delle vere e proprie epidemie fra i suini domestici e selvatici riducendone drasticamente il numero, con danni ingenti per quanto concerne gli allevatori. Le norme infatti prevedono l’abbattimento dei suini domestici in cui è stato riscontrato il focolaio e il blocco di movimentazioni e commercializzazione al di fuori dell’area infetta, compresa l’esportazione, dei prodotti a base di carne suina provenienti dalle aree focolaio.

Il confronto fuori dal teatro della Rosa, tra i rappresentanti della Coldiretti e l'assessore Saccardi
Il confronto fuori dal teatro della Rosa, tra i rappresentanti della Coldiretti e l’assessore Saccardi

“Guardiamo con preoccupazione quanto sta succedendo nei territori limitrofi sul fronte PSA – ha detto la Saccardi – la Toscana al momento non registra casi, ma invitiamo a non abbassare la guardia e non allentare l’attenzione. Anzi”. In particolare la vicepresidente ha sottolineato le difficoltà del territorio di Massa Carrara per quanto concerne l’abbattimento dei cinghiali potenziali portatori della malattia “che è un numero troppo basso, sono stati solo 13 gli animali abbattuti dal febbraio 2024”. Numeri davvero esigui pensando che il Piano di abbattimento dei cinghiali in Toscana nel 2023-24 è di 113mila capi di cui 5.684 in provincia di Massa Carrara. Tornando al dato regionale il Piano prevede l’abbattimento di 75mila capi attraverso la caccia collettiva, 18mila con la caccia di selezione e 20mila con il controllo nelle aree protette e di divieto di caccia. “Questo incontro – ha dunque evidenziato la Saccardi – è stato quindi voluto, non per accusare qualcuno, ma semplicemente per capire quale sia il problema e risolverlo assieme”.

Il presidio della Coldiretti davanti al Teatro della Rosa
Il presidio della Coldiretti davanti al Teatro della Rosa

Perchè la situazione è davvero grave, come ricordato da Alessio Capecci, funzionario dell’assessorato alla sanità, “sono stati riscontrati una ventina di casi di cinghiali affetti dalla Peste suina a poco più di 2 km del confine dalla Toscana, nel comune di Albareto”. E già cinque comuni della Lunigiana (Mulazzo, Filattiera, Villafranca, Tresana e Bagnone), fanno parte delle aree con restrizione I ovvero quelle in cui non è comparsa infezione, ma che è considerata a rischio perché in continuità con aree riconosciute infette, mentre due comuni (Pontremoli e Zeri) sono addirittura classificati tra i territori in cui sono in vigore le restrizioni di livello II, ovvero in un’area a 15 km dai focolai. Mentre Marco Ferretti, responsabile del settore Attività faunistico venatoria, ha ricordato come “ora ci siano tutte le misure normative per poter agire, in quanto si interviene per motivi di emergenza sanitaria, superando i molteplici vincoli precedenti”, evidenziando inoltre come la Regione finanzierà 20 mila euro per l’acquisto di celle frigorifere per la conservazione degli animali dopo l’abbattimento.

Il presidio della Coldiretti davanti al Teatro della Rosa
Il presidio della Coldiretti davanti al Teatro della Rosa

Numerosi gli interventi che si sono susseguiti, dal presidente dell’Atc 13 Emiliano Centofanti, a Francesca Pocai, veterinario, che guida i Got provinciali costituiti da esperti dei settori sanità, agricoltura e ambiente, e il comandante della Polizia provinciale Paolo Chiocca; oltre ai sindaci presenti all’incontro (Jacopo Ferri di Pontremoli, Annalisa Folloni di Filattiera, Claudio Novoa di Mulazzo e Gianluigi Giannetti di Fivizzano) che hanno ricordato le difficoltà burocratiche, in particolare nel permettere la trasformazione nelle “case di caccia”, in luogo che abbiano tutti i requisiti sanitari per divenire centri di raccolta degli animali abbattuti, attualmente pienamente operativo c’e n’è solo uno a Pontremoli, e a breve dovrebbe sorgerne un altro a Tresana “c’è quindi bisogno del supporto della Regione, sia per intervenire nella formazione dei cacciatori che nel permettere di avere più centri raccolta perchè al momento è difficile anche il pensare dove collocare i cinghiali abbattuti”. La Saccardi ha assicurato l’impegno della Regione per ottenere finanziamenti nella direzione indicata. In precedenza, nel giardino davanti al Teatro, c’è stata un presidio organizzato dalla Coldiretti (con la presidente provinciale Francesca Ferrari e il direttore regionale Angelo Corsetti) che ha chiesto alla Saccardi un pronto intervento a soccorso degli allevatori di suini.

(Riccardo Sordi)