L’intelligenza artificiale “è uno strumento estremamente potente” il cui uso, dice Papa Francesco ai grandi del G7, “influenzerà sempre di più il nostro modo di vivere, le nostre relazioni sociali e nel futuro persino la maniera in cui concepiamo la nostra identità di esseri umani”. Si tratta di una coincidenza, ma è significativo che nel giorno dell’incontro al G7 abbia convocato attorno a sé circa 200 comici provenienti da varie parti del mondo: i comici aiutano col sorriso a conservare l’identità di esseri umani. I temi sembrano lontani tra di loro: la comicità evoca la leggerezza, l’intelligenza artificiale richiama alle grandi e serie problematiche del mondo, del futuro che ci attende. Ai comici ha ricordato l’importanza della loro “missione”. “Quando riuscite a far sgorgare sorrisi intelligenti dalle labbra – non è un’eresia – fate sorridere anche Dio”. “Ma voi riuscite pure in un altro miracolo: riuscite a far sorridere anche trattando problemi, fatti piccoli e grandi della storia”. “Denunciate gli eccessi del potere; date voce a situazioni dimenticate… Ma senza spargere allarme o terrore, come fa molta comunicazione; voi svegliate il senso critico facendo ridere e sorridere” ricordando in questo modo il ruolo sociale della comicità e un “antidoto all’individualismo”.
Un senso critico e un superamento dell’individualismo anche quando si tratta dell’intelligenza artificiale. Percepita come “ambivalente: da un lato, entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire”, rappresenta una vera e propria rivoluzione “che contribuirà alla creazione di un nuovo sistema sociale caratterizzato da complesse trasformazioni epocali”, permettendo ad esempio “una democratizzazione dell’accesso al sapere, il progresso esponenziale della ricerca scientifica, la possibilità di delegare alle macchine i lavori usuranti”. Dall’altro lato, però “potrebbe portare con sé una più grande ingiustizia fra nazioni avanzate e nazioni in via di sviluppo, fra ceti dominanti e ceti oppressi, mettendo in pericolo la possibilità di una ‘cultura dell’incontro’ a vantaggio di una ‘cultura dello scarto”. “Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine”. “In un dramma come quello dei conflitti armati è urgente ripensare lo sviluppo e l’utilizzo di dispositivi come le cosiddette ‘armi letali autonome’ per bandirne l’uso”. “Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano”. Ecco perché in un mondo complesso, e anche preoccupante, un sorriso può alleggerire la vita. San Tommaso Moro, uomo di Stato conscio dei rischi di decisioni difficili che lo porteranno alla morte, dona un consiglio: “Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo, concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po’ di gioia e possa farne parte anche ad altri”.
Giovanni Barbieri