Cresce nel mondo la persecuzione dei cristiani
Mons. Rolando José Álvarez, vescovo di Matagalpa, in ginocchio di fronte alla polizia nell’agosto scorso (Foto: Diocesi Matagalpa)

è stata accolta con un sollievo la notizia della liberazione di mons. Rolando Álvarez, vescovo di Matagalpa in Nicaragua, detenuto dal 19 agosto 2022 e condannato a 26 anni di carcere poco meno di un anno fa dal regime di Daniel Ortega. Con lui l’altro vescovo detenuto, mons. Isidoro Mora Ortega e altri 15 sacerdoti e due seminaristi; vescovi, sacerdoti e seminaristi sono stati esiliati e ora si trovano ospiti in Vaticano. Il Nicaragua, purtroppo si trova in buona compagnia: “Preoccupa la crescita della persecuzione e della discriminazione nei confronti dei cristiani, soprattutto negli ultimi dieci anni” aveva detto Papa Francesco il mese scorso. Aggiungendo: “Sono oltre 365 milioni i cristiani nel mondo che sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede, e sono sempre di più quelli costretti a fuggire dalle proprie terre d’origine”.

Il Rapporto OpenDoors/PorteAperte presentato alla Camera dei Deputati testimonia come le parole di Papa Francesco non fossero esagerate. Il periodo analizzato va dall’ottobre 2022 al settembre 2023 e si è constatato che il livello di persecuzione è stato il più alto negli ultimi 30 anni: il numero dei perseguitati è passato da 360 milioni a 365 milioni. “Questo accade” spiega il direttore di PorteAperte, Cristian Nani, “perché nelle nostre analisi i punteggi di ogni singolo Stato che viene analizzato nelle cinque aree della vita del cristiano – privata, famigliare, nazionale, chiesa, e società – sono tutti peggiorati, così come è peggiorato anche l’indicatore della violenza anticristiana”. S

Principali paesi dove i cristiani sono perseguitati. Infografica: Portes ouvertes France (2015)

u 100 Paesi monitorati, 76 hanno un livello di persecuzione considerato almeno “alto”, mentre quelli a livello “estremo” sono passati in un anno da 11 a 13. Il primo in classifica è, come sempre dal 2002, la Corea del Nord, dove è impossibile vivere la fede cristiana. Seguono Somalia, Libia, Eritrea e Yemen. Paesi dove, si legge nel rapporto, “la fede cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani – soprattutto quelli convertiti – rischiano la morte”. Al sesto posto c’è la Nigeria, che detiene il record di cristiani uccisi a causa della violenza jihadista. Sono 4.118 sui 4.998 totali nel mondo. Seguono Pakistan, Afghanistan, Sudan e Iran. Tra i nuovi Paesi in cui la persecuzione ha raggiunto il livello “estremo” ci sono la Siria e l’Arabia Saudita. Fra gli altri dati emersi globalmente ci sono anche 14.766 attacchi alle Chiese e ai luoghi di culto mentre sono decine di migliaia le aggressioni personali e alle attività economiche. La mappa delle guerre degli ultimi anni è nota e molti di questi Paesi vi sono coinvolti. Non è un caso che questa “Chiesa profuga” sia tra le prime vittime dell’estremismo islamico. Ci sono anche governi “amici” che partecipano alla gara.

Giovanni Barbieri