Riti d’ingresso: la porta come elemento di passaggio

Abitare gli spazi per vivere la celebrazione. Si è tenuto il primo degli incontri formativi

Si è tenuto lunedì scorso, 15 gennaio, il primo degli incontri formativi previsti quest’anno dall’Ufficio Liturgia e Musica Sacra dal titolo “Abitare gli spazi per vivere la celebrazione” aperto a tutti e in particolare a tutti gli operatori pastorali della diocesi.
Un appuntamento nato anni fa, nel silenzio, con numeri esigui, non più di quattro, cinque persone al primo incontro nel tempo si affermato come un momento atteso e seguito. Settantaquattro persone erano collegate e hanno seguito con interesse i due relatori, come hanno dimostrato i molti interventi finali.
Don Samuele Agnesini, responsabile dell’Ufficio Liturgico diocesano, ha guidato la serata che ha avuto come tema “I riti d’ingresso, la porta”. Un tema a lui caro, tenuto nel cassetto per molti anni e tirato fuori con motivazioni diverse prima delle quali è che la nostra porta è Cristo come scrive l’evangelista Giovanni (Gv. 10, 1-11), porta come elemento di passaggio dal dicibile all’indicibile con le sole parole umane.
Ma anche luogo del prima e del dopo, del dentro e del fuori, del timore e della gioia per ciò che c’è oltre. Infine porta come apertura della Porta Santa, come nel prossimo giubileo del 2025. E proprio la Porta Santa e i riti di apertura è stata l’argomento del primo intervento tenuto da Riccardo Bassi, vicedirettore dell’Ufficio Liturgico.

Chiusura Porta Santa della Concattedrale a Pontremoli
Il vescovo emerito della diocesi, mons. Eugenio Binini, chiude la Porta Santa della Concattedrale a Pontremoli

Con un veloce ma accurato excursus Bassi ha narrato i cambiamenti voluti da papa Alessandro VI rimasti inalterati fino al 1975 quando papa Paolo Vi modificò il rito alessandrino e lo semplificò in occasione del giubileo straordinario del 1983; celebrazione che venne ulteriormente modificata da Giovanni Paolo II per il grande giubileo del 2000 con una totale innovazione del rito in cui si vide il vecchio papa, già molto sofferente, da solo di fronte alla Porta Santa, in un rito rimasto iconico per il calore espresso e l’accuratezza della preparazione che vide coinvolti elementi di tutti i cinque continenti a dimostrare che la Salvezza è per tutti.
Don Emanuele Borserini, membro dell’equipe dello stesso ufficio ha spiegato l’importanza del rimanere un istante sulla porta, luogo da cui cercare di comprendere i riti numerosi e complessi che si svolgono oltre quella soglia, senza voler a tutti i costi provare a spiegare tutto. Stare sulla soglia è un momento di passaggio, di riflessione e di attesa che può durare anche alcuni secondi nei portali molto profondi delle cattedrali romaniche e gotiche, per ritrovare la bellezza dell’attesa, dell’aspettativa che suscita il desiderio; a seguire, un accenno di spiegazione dei primi tre riti d’ingresso: la processione d’ ingresso, il segno della croce e il saluto liturgico all’ assemblea convocata da Dio.
Al termine del secondo intervento, dopo aver risposto e commentato i diversi interventi dei presenti, don Samuele ha sottolineato l’importanza del rito e del rischio che corriamo ogni volta che, volendo semplificare, togliamo elementi fondamentali e li svuotiamo di significato.

I prossimi incontri

Per favorire una maggiore attenzione ed evitare la dispersione, viste le difficoltà logistiche del territorio diocesano, l’Ufficio propone gli incontri esclusivamente nella modalità online sulla piattaforma Zoom (ID riunione: 210 063 1579 Codice d’accesso: 892768).
Ecco il calendario e le tematiche dei prossimi incontri, sempre alle ore 21:
– 22 gennaio: Parola e silenzio, l’ambone.
– 5 febbraio: Offrire, offerta e offrirsi, l’altare.
– 12 febbraio: Sedie, panche e pavimenti: l’aula liturgica
Infine, per concludere il percorso, l’Ufficio diocesano propone un laboratorio liturgico sulla spazialità che si terrà in presenza nella Basilica Cattedrale di Massa domenica 18 febbraio, prima di Quaresima, alle ore 15,30.