Il ribaltone dell’assetto barico

L’alta pressione, da circa quattro mesi, si era accampata sull’Italia e solo in rare occasioni aveva dovuto ‘sbaraccare’ cedendo posto a temporanee fasi depressionarie.
Quando si parla di pressione arteriosa, quella del corpo umano, l’aggettivo corrispondente è ‘pressorio’: termine, quest’ultimo, che non va mai usato in meteorologia. Infatti, quando ci si riferisce alla pressione atmosferica, l’aggettivo corretto è “barico”, dal greco bàros, che significa ‘peso’.
Quello che si annuncia nei prossimi giorni e starà avvenendo quando avrete l’articolo sotto gli occhi, quindi, è un vero e proprio tracollo barico, cioè della pressione atmosferica e del suo assetto sullo scacchiere euro-mediterraneo.
Improvvisamente, i barometri scenderanno a livelli molto bassi dopo essere rimasti a lungo e con scarse oscillazioni su valori tipici delle situazioni anticicloniche persistenti e ben strutturate.
Qualche timido segnale si è notato nella settimana oggetto di analisi. Il cielo si è mantenuto sereno ancora martedì 10, ma poi è seguita una blanda variabilità con un cenno di tempo perturbato nella serata di sabato e notte di domenica 15.
La prima decade di ottobre – conclusasi dopo prodezze che localmente, specie al Nord, hanno raggiunto scarti da follia per il caldo senza precedenti in questo mese dell’anno – non ha preteso di estendere eccessi simili alla seconda nella sua interezza.
Si sono riaffacciate più nuvole, anche se per ora scarsamente produttive, e un timido calo termico si è avviato, benché inizialmente reso vano, nelle ore centrali e pomeridiane, dall’effetto combinato di umidità e ventilazione debole o assente.
Il sistema frontale in transito fra il pomeriggio di sabato 14 e la notte di domenica 15, bontà sua, ha dispensato qua e là modeste pioggerelle; le precipitazioni hanno assunto carattere di rovescio un po’ più intenso, comunque di breve durata, solo in aree molto ristrette.
Sulle Alpi Apuane, come accade il più delle volte, gli apporti sono stati superiori, ma non si è andati oltre i 40-45 mm. Nel comparto appenninico, a fatica si sono visti scendere 15-20 mm, mentre a valle solo a Equi Terme si è arrivati a 10 e in tutto il resto del fondovalle lunigianese, laddove è piovuto, ci si è fermati a pochi mm (4,8 a Pontremoli e 1,8 a Villafranca).
A Pontremoli, in particolare, i 4,8 mm sono caduti durante un forte scroscio verificatosi nella tarda serata di sabato fra le 23:20 e le 23:25. Domenica 15, ancor più rispetto alle attese, il miglioramento si è rivelato piuttosto franco.
Nel tardo pomeriggio, il ricambio d’aria si è avvertito nettamente sia per l’arrivo di una massa d’aria più fresca sia per la limpidezza ritrovata dopo le prevalenti foschie dei giorni precedenti.
l vento di tramontana è andato poi rinforzando nella notte di lunedì 16, giorno in cui l’atmosfera finalmente autunnale si è affermata pienamente, visto che pure il cielo grigio è venuto a dare man forte all’aria di stampo completamente diverso affluita dai quadranti settentrionali.
D’altro canto, le aperture concesse oggi, unitamente ai refoli da Nord più moderati e miti, costituiscono una fase di attesa prima che vada a scatenarsi il tempo perturbato che paventano tutti i bollettini meteo.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni