Bona Via: il “mondo” della Francigena a fumetti

L’autore del racconto è l’artista romano Valerio Barchi che ha percorso due volte l’itinerario

“Perchè raccontare della Francigena? Perchè con un’esperienza unica si può assaporare tantissimo della varietà locale dell’Italia. C’è un mondo sulla Francigena: dai salassi agli etruschi, dal romanico al gotico francese al rinascimento, dalle montagne alle risaie e i campi di mais. Tutto questo da palcoscenico ad un percorso che, se fatto in un certo modo, ha quasi del mistico”. Questa è la riflessione dell’artista romano, Valerio Barchi che ha realizzato un appassionato racconto a fumetti sulla Via Francigena, dal titolo “Bona Via” interamente eseguito con la tecnica dell’acquerello, basato sulle due esperienze di cammino sulla via che lo hanno portato anche a Pontremoli e in Lunigiana.
Infatti Valerio, dopo aver percorso una prima volta l’Italia a piedi dalla Val d’Aosta a Roma nel 2017, nel 2020 ha deciso di ripetere l’esperienza ma stavolta con il dichiarato scopo di farne un fumetto. “Dagli appunti presi in cammino – racconta Barchi – è nata Bona Via!, una storia di 330 tavole ad acquerello che racconta gli aspetti storici, artistici e spirituali della Via Francigena in chiave umoristica”. Un libro che è stato recentemente presentato al Castello del Piagnaro, dal direttore del Museo delle Statue Stele, Angelo Ghiretti, con la vicesindaca Clara Cavellini e con la presenza dello stesso autore.
Il fumetto ha l’ambizioso obiettivo di raccontare “gli oltre mille chilometri della Via Francigena del nord e tutta la ricchezza che in essi è contenuta. Dai lasciti romani nelle Alpi alla vita contadina della Pianura Padana, dai selvaggi paesaggi dell’appennino tosco emiliano ai vigneti e le città d’arte della Toscana e della Tuscia”. Parallelamente alla conoscenza dei luoghi attraversati, corre la narrazione prettamente intima dell’evoluzione formativa del protagonista del fumetto: Mariolì, trasposizione letteraria dello stesso autore. Mariolì è (come del resto era lo stesso Valerio) un operatore di call center cui non è stato rinnovato il contratto di lavoro, ed è in attesa di essere ricollocato in un altro call center.
Decide senza convinzione di mettersi in cammino sulla Via Francigena, in attesa della riassunzione. Nelle prime giornate in Val d’Aosta Mariolì avviene incontra Sigerico, l’arcivescovo di Canterbury che avrà il ruolo di guida durante il viaggio del protagonista. “Sigerico – racconta Barchi – dà l’opportunità a Mariolì, e al lettore, di conoscere quello che fu il pellegrinaggio nel medioevo, dei passaggi storici più importanti lungo l’itinerario, e con la sua ingenuità ci farà riflettere sulle assurdità della vita moderna, contraddizioni che diamo tutti per scontate che siano assolutamente normali”.
Quando è con Sigerico, Mariolì incontra personaggi non più in vita, ma che in passato sono stati un simbolo per i luoghi in cui si trovavano e in particolare per Pontremoli c’è l’incontro con il maestro Giovanni Martini, responsabile del ritrovamento di varie statue stele. “La presenza di Sigerico – sottolinea Barchi – ci ricorda che niente è permanente, incluso il tempo che abbiamo da vivere, la bellezza dei paesaggi attraversati e la fatica nel farlo. Tutto questo convincerà Mariolì che svegliarsi ogni mattina per fare qualcosa di non appagante non ha senso”. Quando non è con Sigerico, Mariolì gode invece della compagnia dei vari pellegrini “ognuno di loro cammina per un motivo differente, e camminando si rendono conto che nonostante le differenze sono tutti lì nello stesso flusso: la magia del cammino”. (r.s.)