“Non molliamo, non ci arrendiamo”: è lo stato d’animo con cui gli abitanti di Petrinja, Glina e Sisak, i centri della Croazia più colpiti dal sisma del 29 dicembre scorso, stanno affrontando “la tragedia del terremoto” che ha già causato almeno 7 morti e migliaia di feriti. “Molti di loro stazionano nei pressi di ciò che resta della loro casa, non vogliono allontanarsi e tutti sentono forti la speranza e la voglia di riprendere la vita, di ricostruire”. A raccontarlo al Sir, l’ultimo giorno dell’anno, è il vescovo di Sisak, mons. Vlado Kosic, che sin dalle prime ore dopo il sisma di magnitudo 6.4, si è recato sul posto per stare vicino ai terremotati.
Nella diocesi è stato indetto un giorno di digiuno per chiedere a Dio che “ci protegga da ulteriori disgrazie e sofferenze”.
“La situazione è grave, tantissima gente ha perso la casa e adesso è costretta a dormire in auto, nelle palestre, tende, caserme o ricoveri di fortuna. Le scosse infatti continuano e alimentano la paura nella popolazione” dice il vescovo che ha da poco celebrato i funerali dell’organista di una parrocchia, morto sotto le macerie della chiesa. “Abbiamo perso anche la cattedrale e circa una decina di chiese, senza contare le cappelle, distrutte o danneggiate”.
Ad alimentare la forza e la speranza della popolazione sono “la fede e la grande solidarietà che sta arrivando da tutto il paese, ma anche dalle nazioni limitrofe e dall’Italia”. A Sisak la Caritas diocesana e quella nazionale croata hanno allestito un’enorme struttura dove stanno affluendo gli aiuti. Poco distante, una cucina sforna pasti per chi non ha più la casa. “In una sola giornata abbiamo ricevuto 40 tonnellate di aiuti materiali – dice il vescovo – una gara di solidarietà commovente”.
A distribuire gli aiuti – pacchi alimentari, materiale igienico e sanitario, vestiario, e altri beni essenziali – sono oltre 200 volontari che si spingono anche nelle zone terremotate più lontane. In queste ore a Petrinja è giunta anche una delegazione dell’Università cattolica di Zagabria per portare aiuto alle famiglie di alcuni suoi studenti. Don Zeljko Tanjic, rettore dell’Università, parla di “una città praticamente distrutta, soprattutto nel centro storico”. Ma anche “una popolazione risoluta a rialzarsi subito”.
Nel frattempo altre Caritas locali stanno fornendo ai terremotati tende e letti. Una delegazione composta dal direttore nazionale di Caritas Croazia, mons. Fabijan Svalina, e dai direttori delle Caritas diocesane di Zagabria e Sisak, ha visitato alcune parrocchie e delle famiglie colpite dal terremoto, per una prima valutazione dei danni. (D.R. – Agensir)