Nel Duomo di Massa “la Via Crucis  è la nostra storia”

Il vescovo in Cattedrale nella rappresentazione della Passione. Sette personaggi della compagnia “Musical Around” hanno animato sette stazioni tratte dalla “Via della Croce” 

mdeLe pareti e le colonne del Duomo di Massa si tingono di rosso e blu: i colori proiettati dai fari montati per l’occasione. Lampi di luce bianchissima si alternano a momenti di penombra, mentre irrompono le melodie solenni e austere provenienti dall’organo. I colori forti e decisi descrivono le situazioni, aiutano ad esprimere le emozioni e gli stati d’animo delle scene: la rabbia, il dolore, la sofferenza, il senso di colpa, ma anche la libertà, l’abbandono, la sicurezza.
Sono alcune delle suggestioni provocate in cattedrale a Massa lo scorso 12 aprile, dalla “Via Crucis” realizzata dalla compagnia teatrale “Musical Around”, per la regia di Pier Nicola Costa e con i testi di Fernando Vignali. Sette personaggi che animano sette stazioni tratte dalla “Via della Croce”, in una rappresentazione attuale, dove un dramma personale si incrocia, quasi a confondersi, con la vicenda del Signore Gesù che ascende al Calvario.
Attraverso il dialogo di un giovane protagonista con un angelo, si snoda un percorso fatto di domande, provocazioni e colpi di scena, che portano a leggere nella storia di ciascuno i drammi e le sconfitte del proprio passato personale e le inquietudini di quello che potrà essere il futuro, sulla scia del Cristo sofferente, “uomo dei dolori che ben conosce il patire”, come suggerisce la Scrittura.

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Dopo la poesia, la scultura e la musica, si torna al teatro come forma espressiva per meditare le vicende della Passione del Signore, in una cattedrale fredda e muta, dove le voci della Cappella Musicale, diretta da Renato Bruschi, con le musiche di Bach, Listz, Palestrina e Bartolucci, eseguite dall’organista m° Ferruccio Bartoletti, hanno aiutato i personaggi a “colorare” la rappresentazione, culminata nella stazione della Resurrezione.
“Ogni anno – ha detto il vescovo Giovanni, ideatore della manifestazione – la festa di Pasqua diventa per noi provocazione, occasione per ripensare la vita di ogni giorno, il rapporto che abbiamo con le persone e con la vita che facciamo”.
Mons. Santucci ha inoltre evidenziato come la “Via Crucis” rappresenti una metafora del dramma della vita uccisa, della violenza, della povertà, delle guerre che coinvolgono ancora tante persone nel mondo. La forma espressiva del teatro, scelta per questa edizione 2019, è stata adottata “perché il teatro è vita, la mia vita raccontata a me perché vedo davanti a me quello che sono: io sono il protagonista di quello che vedo.”
“La Via Crucis – ha detto il vescovo in conclusione, ringraziando gli organizzatori – è la nostra storia ora, la fatica e la sofferenza ci accompagnano quotidianamente. Credere che dopo la passione fiorisce la vita, che dopo la notte risplende la luce è il nostro impegno come cristiani, perché sulla via della croce il protagonista è Gesù, nel cammino della Pasqua protagonista è ciascuno di noi”.

(df)