Caccia all’oro bianco e… nero nei boschi della Lunigiana

Il nostro è un territorio che può garantire tartufi di qualità, ma per trovarli servono cercatori esperti. A Cavallana di Filattiera un’escursione guidata

35Tartufi_Cavallana2Alla caccia dell’ oro bianco e nero nei boschi della Lunigiana. Eh sì, anche tra i faggi, acace, castagni e querce che compongono le selve lunigianesi, anche se in pochi lo sanno, si possono trovare degli esemplari di tartufi: il delizioso frutto della terra che per i cercatori che si avventurano nei boschi rappresenta un vero e proprio tesoro sotterraneo estremamente pregiato e ricercato.
Ma come i tesori nascosti c’è bisogno di cercatori che sappiano leggere, come una vera e propria mappa, i segnali che il bosco e la natura lasciano per stanarli dal loro nascondiglio, da quel mistero che li circonda e che rappresenta anche il loro fascino.
Il tartufo è infatti figlio della terra e del buio e cresce nell’oscurità del terreno, ad una profondità che varia dai 10 ai 60 centimetri, aggrappato alla vita grazie alle radici degli alberi che gli stanno vicini che gli offrono il nutrimento di cui ha bisogno.
35Tartufi_Cavallana3E tra i “predatori” di questo “fungo sotterraneo” c’è un lunigianese doc Simone Mori, di professione guida ambientale escursionistica nonchè storico esperto cercatore di tartufi e di funghi. E il tartufo della Lunigiana, sottolinea Mori, è un prodotto di alta qualità grazie ad un microclima unico in Italia: una fascia di territorio di 90 km priva di inquinamento primario.
In particolare sono quattro (sulle sette complessive) le specie di tartufo che si possono trovare tra i nostri monti, forse non le più pregiate ma comunque che attirano appassionati e cercatori.
35Tartufi_Cavallana4Simone organizza dei veri e propri “tour” alla caccia di questi preziosi frutti dei boschi e l’ultima, feconda, spedizione c’è stata domenica.
Una comitiva composta per larga parte da stranieri che si sono lasciati guidare lungo i boschi della Lunigiana da Simone e dai suoi inseparabili cani che sono i “veri” protagonisti della ricerca con il loro straordinario fiuto. Una camminata di circa 4 chilometri che si è sviluppata nelle vicinanze dell’antico borgo di Cavallana (frazione di Filattiera), tra costruzioni storiche e strade medioevali.
Un modo per mescolare la bellezza del paesaggio alla storia e alle tradizioni. Come del resto dimostra la conclusione della giornata che, oltre all’inevitabile (e gradito) pranzo a base di tartufi, ha permesso ai partecipanti di conoscere i segreti della lavorazione del formaggio all’interno di uno storico caseificio. Molto apprezzata è stata poi la declamazione di alcune poesie dialettali che, per permetterne la comprensione, sono state tradotte in inglese suscitando momenti di grande divertimento e di condivisione.

(r.s.)