A Bagnone uniti per combattere ogni forma di violenza

Il 25 novembre si è tenuta una partecipata iniziativa a cura di “Donne di Luna”

Donne ferite a morte
“Ferite a morte”, il libro di Serena Dandini dal quale sono stati tratti brani letti nel corso dell’iniziativa di Bagnone.

Non potevano non essere in prima linea le “Donne di Luna” nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, visto che proprio loro, con l’innata sensibilità di cui è portatrice “l’altra metà del cielo”, mai perdono occasione per dare importanti contributi a cause altrettanto importanti ,siano esse attinenti alla solidarietà o a problemi sociali. E così la serata del 25 Novembre è stata intensa e partecipata da entrambi i sessi poiché combattere la violenza, nei suoi mille rivoli, non è solo battaglia femminile, ma una sfida da affrontare insieme lungi dal demonizzare il maschio, anzi, per fortuna, la maggioranza degli uomini ha un ottimo rapporto con la propria donna. Urge estirpare una tale barbarie,cancellando l’indifferenza,scuotendo le coscienze passando da giornate meramente rituali a gesti concreti in stretta sinergia con lo Stato, la Politica, le Istituzioni, la società tutta. Nella Pinacoteca “E. Garavaldi”, all’interno del Teatro Quartieri, la presidente Giusi Maggioni ha sintetizzato l’essenza dell’incontro lasciando ampio spazio alla lettura di alcuni capitoli del libro – cronaca “Donne ferite”. Un’opera della giornalista Serena Dandini scaturita dopo un’attenta e scrupolosa analisi di documenti e carte processuali prodotti nelle varie denunce da parte di donne coraggiose, le quali, dopo il buio dei soprusi, delle botte, dei pedinamenti,dei femminicidi hanno urlato che a tali efferati delitti non si deve sottostare. Drammi consumati fra le mura domestiche, spesso alla presenza dei bambini,vittime due volte, da uomini senza spina dorsale che le stesse donne avevano scelto e amato; drammi che non sono privati in quanto la violenza ferisce l’intera società cancellando il futuro e rendendo asfittici i rapporti e l’incontro con le persone. Pagine intense poiché l’autrice lascia che siano le vittime a narrare evidenziando che ogni violenza lascia segni indelebili, rughe dell’anima che nessun chirurgo , nemmeno il più bravo, potrà rimuovere. Tante le riflessioni dopo l’ascolto, quasi in religioso silenzio, delle storie di non amore che esulano da qualsiasi territorialità e da qualsiasi ceto sociale. Una realtà cavernicola che comprende numeri da brivido, ben lontani dal progresso che solo un ottuso,quanto feroce maschilismo, vorrebbe negare. Da qui l’importanza dell’educazione al rispetto reciproco, fin dai primi anni di vita. Per questo sono stati stanziati 5 milioni di euro per mettere a punto, nelle Scuole, efficaci strategie formative. L’intero Paese si sta mobilitando per passare dalle idee ai fatti concreti moltiplicando i centri antiviolenza , stanziando fondi per la sicurezza delle donne in difficoltà  e per gli orfani innocenti; per l’impegno e la certezza della pena affinchè le donne, come ha asserito Papa Francesco, siano libere come le vuole il Signore e in piena dignità.

(Ivana Fornesi)