Don Adriano Bianchi nuovo presidente Fisc

“Dobbiamo confrontarci con la trasformazione dei nostri media”

don_adriano_bianchiDon Adriano Bianchi, direttore della “Voce del Popolo” (Brescia), è stato eletto presidente della Fisc (la Federazione cui fanno capo 191 testate diocesane) per il triennio 2017-2019.
L’elezione è avvenuta a Roma durante il Consiglio nazionale riunito per la prima volta dopo l’assemblea nazionale dello scorso novembre.
Rinnovate anche le altre cariche: Chiara Genisio (“Agenzia giornali diocesani”, Piemonte) vicepresidente vicario, don Enzo Gabrieli (“Parola di Vita”, Cosenza-Bisignano) vicepresidente, Mauro Ungaro (“Voce Isontina”, Gorizia) segretario generale e Carlo Cammoranesi (“L’Azione”, Fabriano-Matelica) tesoriere.
Il neo presidente, intervistato da Agenzia SIR, prevede “un triennio certamente non facile” con un’agenda che “sarà dettata dalla situazione complicata che il mondo dell’editoria già da qualche anno sta vivendo”; la sfida sarà sull’integrazione tra tutta la realtà cartacea e il mondo del web, che avanza sempre di più.
Don Bianchi sottolinea che “molte diocesi sono in difficoltà a tenere in vita e a sostenere l’esperienza – in alcuni casi ultracentenaria – delle nostre testate, come pure di tante radio”; una situazione di incertezza che “ha conseguenze negative, anche motivazionali, su chi oggi si occupa della comunicazione nelle Chiese locali, quando, invece, servirebbe una presenza sempre più costante e competente nel panorama mediatico”. “L’augurio, auspica il presidente, è che, insieme all’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali, si possa giungere a rivedere le scelte che qualcuno sta già operando”.
L’orientamento potrebbe essere quello di evitare scelte definitive di smantellamento per cercare di capire quali saranno le strategie del futuro. “Tra l’altro, ricorda, siamo in attesa dei decreti attuativi della riforma dell’editoria. Anche la legge dovrebbe aiutarci nel ripensamento delle nostre aziende editoriali aprendoci a un futuro, speriamo, più sereno. Certo è che, quando si chiude una testata, è molto più difficile poi ripartire”.