Un progetto per salvare  i paesaggi dell’Appennino

Presentata a Fivizzano l’iniziativa che vede come capofila Legambiente

Un momento dell’incontro a Fivizzano

Salvare i meravigliosi paesaggi dell’Appennino tosco-emiliano”, questo è stato il tema del convegno che si è tenuto recentemente a Fivizzano, un’opportunità per parlare del mosaico di ecosistemi composto da praterie montane e foreste della Lunigiana, Garfagnana, Appennino reggiano e parmense e Alpi Apuane. Infatti il programma ‘Endangered Landscapes & Seascapes Programme’ gestito da Cambridge Conservation Initiative con la Fondazione Arcadia, ha selezionato e finanziato il progetto ‘Ape Toe: Ripristino praterie e foreste dell’Appennino’, candidato da Legambiente e altri 9 partner istituzionali. L’associazione ambientalista lavorerà insieme al Parco, Toscana, Emilia Romagna, Parco Regionale delle Alpi Apuane, Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia Occidentale, Unione di Comuni Montana Lunigiana, Unione Comuni della Garfagnana, Gal Consorzio Lunigiana e Gal MontagnAppennino, mentre il supporto tecnico sarà assicurato dalla società Nemo di Firenze. L’obiettivo è il ripristino del paesaggio agro-naturale e dei delicati ecosistemi dell’Appennino, costituito da un mosaico di 155.000 ettari a cavallo del crinale tosco-emiliano, per favorire la resilienza climatica, l’attrattività per il turismo sostenibile, oltre al benessere delle comunità locali. “Questa – ha commentato Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette di Legambiente – è una fase importante che metterà le basi per successive opportunità di finanziamento degli interventi di restauro dei paesaggi, un’occasione per invertire l’abbandono dell’Appennino”.

Una suggestiva immagine dei Prati di Comparaghena
Una suggestiva immagine dei Prati di Camporaghena

In ottica lunigianese ci sono in particolare due luoghi che sono stati spesso al centro dell’attenzione, Logarghena nel comune di Filattiera e Camporaghena a Comano. Il rischio è questi due splendidi prati, mete di gite e visite, vengano fagocitati dalla boscaglia. E il rischio che questo avvenga è altissimo, come spiega Matteo Tollini rappresentante di Legambiente per il Parco dell’Appennino, “siamo in una situazione di non ritorno. Se non ci si muove adesso i prati di Logarghena e di Camporaghena verranno presto inghiottiti definitivamente dalla vegetazione boschiva e non ci sarà più modo di recuperare questi straordinari luoghi ricchi di biodiversità”. Del resto questo è un pericolo che, purtroppo, in un territorio come il nostro, si sta palesando in maniera generalizzata. Tra le cause primarie l’abbandono del territorio con l’emigrazione di contadini di montagna che è stata molto più forte che in altre aree. Lasciati in balia della natura, i terreni agricoli si sono rapidamente coperti di sterpaglia, poi di arbusti e infine di piante ad alto fusto. E sebbene ci siano dei sussidi per invogliare i contadini rimasti a tener puliti prati e pascoli, i boschi sono avanzati ugualmente nel corso dei decenni. L’obiettivo del Progetto presentato è quindi quello del ripristino del paesaggio e dei processi naturali, favorendone la resilienza climatica, promuovendo il recupero degli ambienti aperti che ospitano le specie e gli habitat minacciati, attraverso il ritorno alle attività rurali tradizionali.

(Riccardo Sordi)

Le azioni previste dal progetto

Le azioni del progetto prevedono la costituzione di un gruppo permanente di lavoro e coordinamento (costituito dai partner sottoscrittori di un Protocollo d’Intesa) per la condivisione della definizione della Vision, del percorso e degli obiettivi del lavoro, dell’integrazione di piani e programmi esistenti. La costituzione di almeno quattro Forum territoriali permanenti per il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, l’approfondimento degli obiettivi del lavoro e delle azioni di piano. Si va poi alla definizione del quadro di conoscenze sulle componenti ambientali, sui processi naturali e sulle tendenze attuali. Si andrà quindi alla stesura del Piano di Conservazione dell’Appennino Settentrionale (NACP), predisposizione di una banca dati delle possibili azioni di ripristino, con mappatura delle aree di intervento, tipologie di intervento, priorità, costi e soggetti coinvolti e stesura di un progetto strategico che possa realizzare alcuni degli interventi più rilevanti fra quelli previsti e favorire la prosecuzione delle attività e la progressiva messa in atto delle altre azioni previste E quindi alla proposta condivisa di integrazione di piani e programmi esistenti o in fase di stesura o aggiornamento (ad es. piani dei parchi, piani urbanistici, misure di conservazione e piani di gestione dei siti della Rete Natura 2000, piani di gestione delle aree di proprietà pubblica, strumenti finanziari a livello locale).