Matrimoni in ripresa ma non ai livelli pre-Covid

Il rapporto Istat riferito al 2021 fotografa lo stato di salute delle coppie in Italia

Messa celebrata da Papa Francesco con il rito del matrimonio per 20 coppie della diocesi di Roma nel 2014 (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Nel 2021 i matrimoni sono stati 180.416, quasi il doppio del 2020. La crescita non ha colmato la perdita dell’anno della crisi pandemica che, con la celebrazione di 96.841 matrimoni soltanto, aveva portato ad un calo pari a -47,4% rispetto al 2019. Continua così la tendenza alla diminuzione della nuzialità che si osserva in Italia da oltre quarant’anni”.
Questa, in estrema sintesi, la descrizione che l’Istat fa sullo stato di salute delle coppie in Italia nel Rapporto “Matrimoni, Unioni civili, separazioni e divorzi – Anno 2021” presentato a Roma nei giorni scorsi. In conclusione, la variazione del 2021 rispetto al 2019 resta infatti negativa, pari a -2,0%. Situazione simile per i matrimoni religiosi, che nel 2021 sono quasi triplicati rispetto al 2020, ma restano in calo (-5,1%) rispetto al 2019.
Lo confermano anche i dati provvisori dei primi nove mesi del 2022, che indicano un lieve aumento dei matrimoni (+4,8% rispetto allo stesso periodo del 2021) legato, però, solo alla crescita dei matrimoni civili (+10,8%). Andando per ordine, molto significativo è il dato che riguarda le prime nozze tra i giovani.
Il contesto è noto e dibattuto da tempo. Così il Rapporto introduce l’analisi: “Il mutamento nei modelli culturali, nonché l’effetto di molteplici fattori quali l’aumento diffuso della scolarizzazione e l’allungamento dei tempi formativi, le difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro e la condizione di precarietà del lavoro stesso hanno comportato, negli anni, una progressiva posticipazione del calendario di uscita dalla famiglia di origine”.
Di fatto, nel giro di 20 anni i giovani che restano in famiglia fino alla soglia dei 35 anni sono aumentati di quasi tre punti percentuali. Questo, unito alla congiuntura economica sfavorevole, spinge i giovani a ritardare sempre di più le tappe dei percorsi verso la vita adulta, tra cui quella della formazione di una famiglia.
Naturalmente, a far spostare in avanti l’età del primo matrimonio contribuisce non poco anche la diffusione delle convivenze. La propensione a sposarsi diminuisce tra i più giovani (-16,0% e -9,7% in confronto al 2019, rispettivamente per uomini e donne fino a 30 anni), mentre presenta un recupero a partire dai 30 anni in poi (+6,3% e +8,4%). A livello aggregato, la tendenza al rinvio delle prime nozze porta a un’età media di 34,3 per gli uomini e 32,1 anni per le donne.
Per quanto riguarda le crisi di coppia, terminati l’emergenza pandemica e l’incubo lockdown, la ricerca rileva un ritorno ai livelli pre-Covid per le separazioni (97.913, +22,5% rispetto al 2020) e i divorzi (83.192, +24,8%). Questi ultimi sono comunque in calo del 16% in confronto al 2016, anno in cui sono stati più numerosi (99.071). A creare quel picco contribuirono l’introduzione di due leggi che hanno modificato la disciplina del divorzio in Italia: il Dl sulle procedure consensuali presso gli Uffici di Stato Civile o tramite negoziazioni assistite da avvocati senza più il ricorso ai Tribunali e la legge sul cosiddetto “divorzio breve”, che ha fortemente ridotto il tempo tra separazione e divorzio.
Sempre nel 2021, l’85,5% delle separazioni si è concluso consensualmente (in linea con l’ultimo decennio). Più contenuta è la quota di divorzi consensuali (70,9%) ma sostanzialmente in linea con l’anno precedente (71,7%).
Completano il quadro della situazione delle coppie in Italia, i dati delle diverse varietà di voci all’interno delle unioni prese nel loro insieme. I primi matrimoni (142.394 nel 2021, 78,9% dei matrimoni totali), più che dimezzati nel 2020 rispetto al 2019, riprendono a salire fino a sfiorare i livelli registrati prima della pandemia (-2,6% rispetto al 2019). La loro diminuzione è speculare alla progressiva diffusione delle convivenze, passate da circa 440mila a 1 milione e 450mila tra il biennio 2000-2001 e il biennio 2020-202.
La ripresa dei secondi matrimoni è stata meno incisiva rispetto ai primi matrimoni, ma comunque tale da superare, sia pure di poco, i livelli del 2019 (38.022 nel 2021, +0,2%).
La quota dei matrimoni civili nel 2020 aveva registrato un eccezionale aumento (71,1%) a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria. Nel 2021 tale quota si ridimensiona (54,1%) e torna ai livelli degli anni pre-pandemici (52,6% nel 2019). Cresce la percentuale del rito civile anche nei primi matrimoni: 43,1% nel 2021.
Per quanto riguarda le unioni civili, infine, dopo il boom coinciso con l’entrata in vigore della legge nel 2016, i dati si sono progressivamente stabilizzati: nel 2021 sono state costituite 2.148 unioni civili tra coppie dello stesso sesso, numeri che riportano ai livelli del 2019 (2.297 unioni civili). Guida la classifica il Nord, seguito dal Centro. L’età media arriva a 46,4 anni per gli uomini e 39,4 per le donne.

(a.r.)