Filattiera ha rinnovato il voto alla Madonna Addolorata

Il solenne pontificale celebrato lunedì 27 luglio in Piazza Castello

Mons. Giuseppe Mani di fronte all’immagine della Madonna Addolorata
Mons. Giuseppe Mani di fronte all’immagine della Madonna Addolorata

La comunità di Filattiera, lunedì 27 luglio, ha rinnovato il voto alla Madonna Addolorata, nota come “Madonna del Terremoto” per aver salvato il paese nel 1903 da una terribile scossa tellurica. Una festa per essere vissuta con la dovuta fede va preparata in ogni dettaglio. Per questo il nostro parroco, mons. Antonio Costantino Pietrocola, ha predisposto, nei giorni precedenti, un calendario ricco di appuntamenti liturgici. In luoghi diversi del capoluogo, da Dorbola a Volpino; da Migliarina a Sorano… sono state celebrate S. Messe e la recita del Rosario.
A seguire, domenica 26 luglio, nella Pieve di Sorano, riti sacri, esposizione del Santissimo e possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione. Lunedì, nella chiesa di S. Maria, Sante Messe alle ore 8,30 e 10,30.
Il Pontificale delle ore 21 si è svolto in piazza Castello, predisposta per l’occasione con addobbi e luci grazie alla fattiva collaborazione dei parrocchiani, ed è stato presieduto da mons. Giuseppe Mani, arcivescovo emerito di Cagliari, coadiuvato dal parroco don Antonio – che, all’inizio della celebrazione, ha avuto per lui parole di affetto e di riconoscenza – da parecchi confratelli fra cui il vicario foraneo Giovanni Barbieri ed il canonico don Pietro Giglio, diaconi e chierichetti. Presente il sindaco Annalisa Folloni, accompagnata da alcuni assessori e dal gonfalone del Comune. Dopo il canto del Vangelo, ha offerto, nel solco della tradizione dei padri, il cero votivo subito acceso davanti all’immagine dell’Addolorata che porta al collo una grossa croce d’oro con le parole “Mater et filii unum cor” (La Madre e i figli: un solo cuore).

L’accensione del cero durante il Pontificale in piazza Castello
L’accensione del cero durante il Pontificale in piazza Castello

Il coro San Giorgio, sotto la “collaudata” perizia del m° Pierfrancesco Carnesecca, ha solennizzato il sacro rito. Toccante la voce di Caterina Carnesecca nell’intonare il Salmo ed il superbo “La Vergine degli Angeli” di Giuseppe Verdi. Ascoltare l’omelia incisiva del presule è stata vera gioia dello spirito e momento di profonda riflessione. Mons. Mani si è soffermato sulla preghiera molto gradita dalla Mamma Celeste: “Salve Regina”.
“Maria è regina perché madre di Cristo e Cristo ha voluto che anche noi cristiani fossimo re – ha detto – Il Papa S. Giovanni Paolo II aveva scelto come motto “Totus Tuus” in quanto aveva appoggiato la sua vita e il suo pontificato sulle materne, costanti premure della Madonna. A Te ricorriamo esuli figli di Eva, in questa valle di lacrime… Chi è l’uomo? Chi siamo? Siamo pellegrini sul mondo, non del mondo, in cammino continuo, non scevro da sacrifici, salite, fatiche, lacrime… Per avere successo, per rincorrere le pagine patinate dei giornali urge ridere, fingere che tutto sia perfetto. Papa Francesco rimarca, sovente, che non saper più piangere è un male in quanto è giusto mostrare le nostre debolezze, le nostre emozioni, le nostre fragilità specialmente alla mamma. A quella terrena e a quella del Cielo. È un cuore di Madre, quello di Maria; un cuore che ama il figlio. Ma la buona notizia è che questo suo cuore non è solo per Gesù, ma per ciascuno di noi. Siamo amati da una Madre che non si arrenderà finché non ci avrà ritrovati, finché non ci avrà riportati al sicuro. Ed ecco allora la richiesta suprema. Alla fine del giorno terreno mostraci Gesù, il frutto benedetto del Tuo seno… Questa sera, in questa suggestiva piazza, divenuta chiesa, dove con compostezza e devozione abbiamo celebrato l’Eucarestia possiamo dire come Karol Wojtyla Mamma, guardaci e assistici, siamo tutti figli tuoi, bisognosi d’aiuto, come bambini…”.
Prima della benedizione finale, mons. Antonio ringraziando tutti ha concluso dicendo “guardando la luna riporto alla mente una frase manzoniana dedicata a Colei che ci ha donato il Salvatore: O Vergine, o Signora, o Tuttasanta… che bei nomi ti serba ogni loquela…”. Presente la Banda musicale e la Protezione Civile, sempre puntuali e preziosi nel loro servizio. Mentre la statua della Addolorata veniva riportata in chiesa, nel silenzio del cuore abbiamo avvertito la confidenza fiduciosa che nutriamo verso di Lei.

Ivana Fornesi