Ennio Morricone incomparabile  genio della musica

Clint Eastwood, Ennio MorriconeCi ha lasciato, a 91 anni, Ennio Morricone, il maggior artista sulla scena mondiale per musica da film del secondo Novecento. Chi non si è emozionato, commosso, esaltato ascoltando le sue, possiamo dirlo con certezza, intramontabili melodie?
Da Sergio Leone, l’amico dai tempi delle scuole elementari (entrambi romani classe 1928) che accompagna sia negli western, creando un tappeto sonoro variegato con la musica che diviene effetto, come il colpo di pistola, l’incudine, il fischiettio, il “ah-ee-ah-ee-ah” (ovvero il verso di un coyote reso musicalmente), sia nella rilettura italiana dell’America gangsteristica degli anni Venti (“C’era una volta in America”, 1984), con un tema epico e commovente, profondo e avventuroso, ricco come un romanzo. Passando poi alla colonna indimenticabile di “Mission” (1986) di Roland Joffé, con quel flauto traverso che raddolcisce il dolore finale dello sterminio. Oppure, come non ripensare alla scena dei baci con cui chiude “Nuovo cinema Paradiso” (1988, Giuseppe Tornatore), in cui tutti gli stili del bacio, provenienti dalla storia del cinema, sono fusi insieme in una tecnica contrappuntistica le cui singole linee melodiche non perdono la loro origine.
Uno stile, quello di Morricone, con brillanti commistioni di musica alta e bassa in cui convivono le esigenze commerciali della musica e gli istinti di un talento votato all’esplorazione di nuovi mondi sonori, secondo le spinte dell’avanguardia colta.

Morricone a Cannes nel 2007
Morricone a Cannes nel 2007

Del resto il maestro, sin dall’inizio della sua carriera, negli anni ‘60, aveva imparato a far convivere queste due anime: da un lato con il ruolo di sperimentatore fra i più attivi all’interno del Gruppo Improvvisazione Nuova Consonanza e dall’altro arrangiatore di brani popolari (“Sapore di Sale”, di Gino Paoli, “Abbronzatissima” di Edoardo Vianello, solo per citarne alcuni) ed anche compositore di canzoni come “Se telefonando” di Mina, ispirato, racconta la leggenda, al suono della sirena della polizia francese, o “Here’s to you” cantata da Joan Baez.
Ma parallelamente alla cospicua produzione di colonne sonore, oltre 300 film nel corso della sua vita, Morricone ha cercato di mantenere un rapporto costante con la musica “colta”. All’inizio quasi separando le due attività, poi cercando un impercettibile moto convergente in cui prevale la ricerca di un complesso linguaggio di sintesi. In quest’ottica va citata la sperimentale registrazione della colonna sonora de “L’uccello dalle piume di cristallo” (1970) di Dario Argento in cui in pratica Morricone offriva delle indicazioni di massima ai musicisti dando ampia libertà di improvvisazione. Con una registrazione “diretta” che avveniva in contemporanea con lo scorrimento delle immagini del film.

Ennio Morricone dirige al Summer Festival di Lucca del 2017
Ennio Morricone dirige al Summer Festival di Lucca del 2017

Tornando alla musica “colta” (che Morricone chiamava “assoluta”), l’artista romano ha in catalogo ben oltre cinquanta composizioni. Fra di esse occorrerà ricordare almeno l’ampia e differenziata serie di pezzi cameristici per strumento solista (chitarra; pianoforte; clavicembalo; viola e nastro magnetico; flauto e nastro magnetico, violoncello) o per formazioni diverse (trii; quintetti; sestetti; pianoforte e strumenti; canto e pianoforte; voce e strumenti; coro di voci bianche ecc.); la poliglotta Cantata Frammenti di Erossu e la Cantata per l’Europa su testi di autori vari; i tre Concerti, di cui il primo (1957) per orchestra, il secondo (1985) per flauto e violoncello, il terzo (1991) per chitarra classica amplificata e marimba; le musiche per i balletti Requiem per un destino e Gestazione; le musiche vocali e strumentali su temi religiosi o d’intonazione spirituale. Morricone ci lascia un’eredità straordinaria, con una forza comunicativa capace di produrre emozioni che arrivano al cuore. (Riccardo Sordi)

Le sue note nel repertorio della Musica Cittadina Pontremoli

Le musiche per film del maestro Morricone occupano un posto di rilievo anche nel repertorio della Musica Cittadina di Pontremoli: eseguite sempre con piacere dai musicanti, ascoltate con grande concentrazione dal pubblico e approvate dallo stesso con scroscianti applausi che vanno a premiare, nel contempo, la bravura del compositore e l’abilità degli esecutori. Chiediamo al maestro Riccardo Madoni di aiutarci a ripercorrere la piccola storia di questa frequentazione.
BANDA MAESTROFu nel 1989, direttore Nicola Orioli, che per la prima volta la Banda entrò in contatto con la sapienza compositiva di Ennio Morricone, con un medley di sue musiche (da C’era una volta il West e Il buono, il brutto e il cattivo) riunite nel brano “Moments for Morricone” per l’arrangiamento dell’olandese Johan de Meij. Dal 1992 in poi, subentrato a Orioli, Madoni ha continuato a inserire nuovi brani e ad oggi la Musica Cittadina ne comprende dieci (da La califfa a Mission, La leggenda del pianista sull’oceano, Nuovo Cinema Paradiso, Metti una sera a cena…) nel suo repertorio.
A conferma dell’importanza del nostro compositore, gli arrangiamenti per banda sono realizzati sia da musicisti italiani che stranieri. Queste melodie “cantabili” nei loro temi di fondo e che hanno una netta impronta musicale italiana, hanno conquistato un po’ tutte le generazioni, anche le più giovani, proprio per la loro capacità di entrare nell’animo e nel cuore. Una musica facilmente riconoscibile per un suo “marchio di fabbrica” ben definito ma che non scade mai nel banale.
Tra le tante composizioni, Madoni sceglie come sua preferita la colonna sonora del film “La califfa”. Dal punto di vista dell’esecuzione per banda, ci spiega il maestro, le musiche di Morricone non presentano grandi difficoltà, non richiedono grandi virtuosismi; proprio, però, per la loro apparente semplicità, possono più facilmente evidenziare qualche errore o esitazione; le melodie eseguite dai solisti richiedono impegno dal punto di vista dell’interpretazione. Parlare così a lungo della Banda e dei suoi concerti non può non portare Riccardo Madoni ad esprimere la speranza di poter tornare, al più presto, a rendere omaggio al genio di questo compositore entrato da tempo nella storia della musica e che tanto onore ha portato al nostro Paese. (a.r.)