Il turismo può dare slancio e vita ma di troppo turismo si muore

Pontremoli-Filattiera. Convegno sul turismo responsabile che vuol dire rispetto per il territorio

Un momento dell'incontro a Filattiera
Un momento dell’incontro a Filattiera

Di turismo si può anche…’morire’? La domanda potrebbe avere qualcosa di paradossale se si pensa che la nostra Italia, il Bel Paese come viene chiamata, fa del turismo una delle principali fonti di reddito. Eppure non può essere acriticamente accettata l’idea che più gente arriva e meglio è perchè i beni storici e ambientali, che siamo chiamati a conservare e proteggere per il tempo di nostra vita, non possono essere sottoposti a vere e proprie invasioni che ne mettano in pericolo la sopravvivenza. Il convegno organizzato sabato 23 febbraio al teatro dela Rosa di Pontremoli intitolato Overtourism e turismo responsabile – Esperienze a confronto ha affrontato questo interessante argomento. Promosso da Sigeric e dal Centro Studi e Ricerche Fondazione Campus, il convegno ha offerto ai presenti informazioni su varie esperienze in Italia riguardanti forme virtuose di organizzazione dell’attività turistica e tanti argomenti di riflessione che possono rivelarsi utili anche per il nostro territorio. La mattinata è stata aperta da Francesco Bola e Pierangelo Caponi, responsabili rispettivamente di Farfalle in Cammino e di Sigeric, le due associazioni locali che si occupano di servizi per il turismo. Si è discusso di turismo responsabile e di overtourism che, rifacendoci allo studioso Harold Goodwin, si può definire come l’opposto del turismo responsabile che riguarda un uso del turismo per creare posti miglori per vivere e da visitare. Spesso sia i visitatori che gli ospiti sperimentano contemporaneamente il deterioramento. Una problematica che riguarda le maggiori città italiane come Venezia, ma da un po’ di tempo sembra interessare anche zone periferiche prese d’assalto da un eccessivo numero di turisti.

Una suggestiva immagine di Lerici
Una suggestiva immagine di Lerici

Per rimanere vicino a noi, alle Cinque Terre ci si interroga se sia il caso di lasciare libero accesso a tutti considerando che i 4.200 residenti si vedono invasi da circa 3 milioni di visitatori all’anno. Sviluppare un turismo responsabile diventa un’urgenza imposta dalla necessità di rispettare ambiente e culture perchè, per dirla con Marc Augè, non possiamo trasfomare le nostre città, i nostri paesi, l’ambiente nel quale viviamo in ‘non luoghi’ nei quali ci si limita a transitare, luoghi di solitudine, dove non si abita e nei quali non ci sono relazioni tra le persone. Come è stato messo in evidenza durante il convegno fare turismo responsabile significa anche tenere conto di chi vive stabilmente sui territori, cioè la comunità locale ospitante, significa favorire l’interazione fra quest’ultima, l’industria del turismo e i visitatori. Si delinea quindi secondo il prof. Corrado Del Bo dell’Università statale di Milano un’ etica, una filosofia del turismo, perchè in fondo si tratta di capire che cosa va fatto e che cosa non va fatto. Il docente ha poi evidenziato come l’eccesso di turisti danneggi anche l’esperienza turistica e crei una negativa concorrenza con gli abitanti del luogo che si trovano, al contrario dei turisti, nell’impossibilità di pagare affitti troppo alti. Ciò comporta l’espulsione dal centro storico dei residenti e diverse trasformazioni delle realtà urbane, ad esempio le attività commerciali al servizio dei turisti. Sono seguiti nella mattinata altri sette interventi su esperienze di turismo responsabile e problemi creati dall’overtourism, riguardanti le Dolomiti, le Cinque Terre, il Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano. Andrea Ferraretto de La Stampa ha parlato di lentezza per individuare tracce di memoria e voglia di futuro. Ci sarebbe stato bene, a nostro avviso, anche un intervento delle due associazioni locali Sigeric e Farfalle in cammino che tanto hanno fatto e continuano a fare per il turismo. La giornata si è conclusa a Filattiera con la visita alla Pieve di Sorano e all’ANPIL sul fiume Magra. Una bella iniziativa questa su Overtourism e turismo reponsabile alla quale hanno partecipato studenti del Corso turistico del Belmesseri di Pontremoli e di quello del Parentucelli-Arzelà di Sarzana. Ci chiediamo, come ci capita spesso dopo aver partecipato a convegni interessanti come questo, e ora che si fa? Turismo responsabile, comunità locali,rispetto dell’ambiente e delle culture e altro di cui si è parlato al convegno alla Rosa, soltanto belle parole?

Fabrizio Rosi