Papa Francesco:  misure efficaci per proteggere i minori

Si è svolto in Vaticano l’incontro plenario contro la pedofilia: presenti, tra gli altri, 114 presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo

09Papa_Summit_abusi1Nei giorni scorsi si è svolto in Vaticano l’incontro su “La protezione dei minori della Chiesa”, in altre parole sui casi di pedofilia da parte di preti nella Chiesa. Il summit era stato annunciato dallo spesso Papa Francesco e non poteva non avere risonanza nel mondo ecclesiale e non solo.
Da molto tempo c’è una pressione mediatica che rischia di gettare ombre oscure anche su chi svolge scrupolosamente e con fatica il proprio ministero. Per questo, di fronte a situazioni che hanno toccato anche il cardinale di Washington dapprima espulso dal collegio cardinalizio e in seguito ridotto anche allo stato laicale, era necessario fare chiarezza e intraprendere azioni adeguate.
09Papa_Summit_abusi4All’incontro hanno partecipato 114 presidenti delle Conferenze episcopali dei cinque continenti, 12 superiori generali in rappresentanza di Congregazioni o Ordini religiosi, 10 superiore generali in rappresentanza delle religiose di tutto il mondo. In pratica si trattava di un mini concilio. Il papa aveva raccomandato di essere “concreti” e per questo i presenti hanno avuto a disposizione 21 punti di riflessione, frutto delle osservazioni delle varie Conferenze episcopali, per orientare le discussioni e porre le basi per comportamenti futuri. E per essere veramente concreti e non parlare a vuoto, la prima giornata è stata contrassegnata dall’ascolto delle voci e delle testimonianze di vittime di abusi sessuali.
09Papa_Summit_abusi5Papa Francesco nella sua apertura ha ricordato che ci sono state gravi responsabilità ecclesiali e pastorali e che non servono semplici e scontate condanne, ma misure efficaci. “Dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno di minori è necessario mettersi tutti insieme in ascolto dello Spirito Santo e ascoltare con docilità la Sua guida”.
Ci vuole coraggio e trasparenza “per affrontare questo male che affligge la Chiesa e l’umanità”. E l’analisi cella realtà che è emersa è stata cruda. Si sono denunciati “silenzi” e “procedure e procedimenti stabiliti per perseguire i reati che sono stati deliberatamente disattesi e anzi cancellati o scavalcati”, con certi dossier che non contenevano quanto avrebbero dovuto. Questo naturalmente accadeva per timore, spesso, dello scandalo.
Il papa emanerà un Motu Proprio nel quale verranno messe a punto le linee guida pubbliche per tutte le Conferenze episcopali così che sia uniforme, in tutto il mondo, il modo di procedere. Importante è stata la liturgia penitenziale presieduta dallo stesso papa Francesco con la domanda fondamentale: Abbiamo ascoltato e aiutato le vittime? Abbiamo cercato la giustizia per loro?
09Papa_Summit_abusi2Il cardinale neozelandese John Dew ha espresso la confessione della Chiesa: “per non essere riusciti a proteggere coloro che avevano bisogno della nostra cura”, “per aver ridotto al silenzio chi ha subito del male”; “per non essere stati all’altezza spesso delle nostre responsabilità”. Una richiesta di perdono sincera e toccante di fronte al mondo. Non è stato un incontro che ha affrontato la questione per chiuderla, bensì per avviare un processo che svilupperà effetti, produrrà frutti concreti nel futuro.
Il discorso conclusivo del Papa non si ferma tuttavia all’analisi degli abusi del clero. Purtroppo la pedofilia è un problema mondiale e non si risolve guardando soltanto ad una parte del fenomeno. “È giunta l’ora di collaborare insieme per sradicare tale brutalità dal corpo della nostra umanità, adottando tutte le misure necessarie già in vigore a livello internazionale e a livello ecclesiale”, la ferma determinazione del Papa, dopo il “mea culpa” pronunciato nella celebrazione penitenziale del sabato sera.
09Papa_Summit_abusi3È il momento, sostiene, di “dare direttive uniformi per la Chiesa”, evitando “i due estremi di un giustizialismo, provocato dal senso di colpa per gli errori passati e dalla pressione del mondo mediatico, e di una autodifesa che non affronta le cause e le conseguenze di tali delitti”.
La piaga dell’abuso è universale ma non ne diminuisce la gravità all’interno della Chiesa: “Se nella Chiesa si rilevasse anche un solo caso di abusi – che rappresenta già di per sé una mostruosità – tale caso sarà affrontato con la massima serietà”.
La Chiesa ha il dovere di ascoltare “questo soffocato grido silenzioso”. Alle Conferenze episcopali il Papa suggerisce di “rafforzare e verificare le linee guida”, a tutti coloro che a vario titolo sono a fianco delle vittime chiede di accompagnarle sapendo “perdere tempo” nell’ascolto. Un “grazie”, infine, alla “stragrande maggioranza” dei sacerdoti, fedeli al loro ministero, e ai fedeli “che ben conoscono i loro bravi pastori e continuano a pregare per loro e a sostenerli”.

Giovanni Barbieri