L’annosa vicenda dell’accesso al campo sportivo di Monzone

Soluzioni definitive sarebbero ostacolate da difficoltà burocratiche

Veduta di Monzone Alto
Veduta di Monzone Alto

L’U.S.D. Monzone 1926, che ora milita nel campionato toscano di seconda categoria, gioca da 92 anni, di cui gli ultimi 53 senza interruzione e con lo stesso nome – non molte altre squadre possono fregiarsi dello stesso titolo – su un terreno di gioco situato fra la ferrovia e il torrente Lucido. L’accesso al campo, più che problematico, è sempre stato, ed è, “originale”, avvenendo, per lo più, attraversando i binari della ferrovia presso la stazione. Anche la trasmissione sportiva della RAI “Dribbling”, in paese per altri motivi, incuriosita e sorpresa, riprese i giocatori che scavalcavano i pannelli di recinzione per raggiungere il campo e gli spogliatoi. Negli anni Sessanta, ma anche prima, la biglietteria era, addirittura, collocata presso il cancello che delimitava l’ingresso negli spazi della stazione. Fu, poi, adottata un’altra soluzione, che prevedeva l’attraversamento di un cortile privato nel centro del paese, la “Mancina”, per arrivare, infine, ad utilizzare un sottopasso di abitazioni private e della strada provinciale e ad attrezzare un sentiero dal fondo appositamente cementato, che costeggiava il Lucido, passando sotto il ponte ferroviario, impraticabile in caso di “fiumara”. Questo è lo stato attuale per l’entrata dei giocatori e del pubblico in occasione delle gare di campionato: attraversamento dei binari o sottopasso, quando possibile. Verso la fine degli anni Settanta, ed anche dopo, l’Amministrazione comunale mise in atto l’ampliamento del terreno di gioco e la costruzione dei nuovi spogliatoi, resi necessari per partecipare ai campionati di Promozione, a cui il Monzone riuscì ad accedere, dopo essere partito dalla terza categoria, quando i giocatori si cambiavano nei corridoi delle scuole e si “lavavano” all’unica fontana presente nelle vicinanze. Fu allora che, per consentire ai mezzi delle imprese edili di arrivare sul cantiere, fu creata una strada che collegava il lato ovest del campo alla provinciale, nei pressi della segheria della Walton. Questa è la “strada” che da alcuni anni, recentemente con una nota data alla stampa, è presa di mira, sicuramente con intenzioni positive, dagli esponenti della Lega di Fivizzano. Nel tempo è venuta ad assumere funzioni diverse, in aggiunta a quelle originarie, in particolare per quanto riguarda il transito delle autoambulanze dell’emergenza tutte la volte che è richiesto l’atterraggio dell’elicottero Pegaso nel campo sportivo. È successo più di una volta, per i calciatori e per le persone. Il tratto di viabilità in questione, lungo circa 150 metri, ha il fondo sterrato, è in parte in forte pendenza su due lati e poco rialzato nel punto in cui tocca il letto del torrente, in adiacenza al pilone del ponte della ferrovia che lo sovrasta. C’è chi ha provveduto e provvede, da volontario, a svolgere la manutenzione richiesta per mantenerlo praticabile, specialmente nel punto più basso, spesso spazzato via dalle piene. In tanti, oltre alla Lega, hanno sollevato il problema, dato suggerimenti, protestato, richiesto al Comune di intervenire per rendere la strada sempre praticabile, magari asfaltandola e rialzando il breve tratto più vicino al letto del Lucido, come sollecita la Lega. Il sindaco Paolo Grassi (come i consiglieri locali) se ne è fatto carico, ma più volte ha dichiarato che le vigenti disposizioni non permettono di fare opere definitive ed autorizzate dagli enti (Ferrovie…) e istituzioni (Provincia…), che hanno sempre dato risposte negative, per impossibilità ad intervenire in situazioni come questa, non per cattiva volontà. In sostanza sembra che la soluzione “migliore”, risultando improbabile la costruzione di un nuovo campo sportivo in altra sede, sia quella di continuare a mantenere, volontariamente, la strada in condizioni di buona transitabilità e della maggior sicurezza possibile per interventi di emergenza e per i servizi al campo, nella speranza che qualcuno non si svegli un mattino e decida di chiuderla definitivamente, nel rispetto della legalità e per scansare eventuali responsabilità! Di meglio e di più o meno rispondente alle leggi, al momento, non si intravede. Certo è che l’Amministrazione si impegnerà – è stato detto – a fare ulteriori tentativi per dare un volto più legale alla delicata questione. Andreino Fabiani