Ricordati i fratelli Triani autori dell’arredo decorativo

Nella bella chiesa parrocchiale di San Lazzaro a Sarzana

40Triani01In occasione della solennità di San Lazzaro, titolare della chiesa parrocchiale sita sull’Aurelia a sud di Sarzana, la comunità parrocchiale ha indetto un triduo sacro che si è concluso con i festeggiamenti di domenica 22 ottobre. Nell’occasione sono stati organizzati tre appuntamenti culturali, uno dei quali, previsto per la serata del 19 u. s., è stato incentrato sull’attività artistica di Angelo e Tiziano Triani, i due pittori pontremolesi cui nel 1960 fu affidata la decorazione della chiesa. Un impegno importante che, all’epoca rappresentava il primo appalto di grande dimensione che i due fratelli si trovarono ad affrontare al di fuori di Pontremoli.
Qualcosa cui dedicare, quindi, tutta la loro abilità perché era evidente che, dopo la fama conquistata con i primi cantieri pontremolesi, era necessario confermare quanto di buono erano riusciti a costruire per decollare definitivamente al di fuori del loro ambito di vita.
Cosa sia successo dopo è abbastanza noto perché il sodalizio tra Angelo e Tiziano Triani, creatosi a partire dai primi anni del secondo dopoguerra, quando cioè Tiziano, più giovane del fratello di ben 13 anni, poté essere in grado di dare il proprio concreto contributo, prosegui per oltre trent’anni portando i due artisti a lavorare in chiese e case private di Toscana, Emilia e Liguria.
40Triani02I lavori alla chiesa di San Lazzaro, quindi, rappresentano il punto di partenza di una carriera di indiscutibile successo ed occorre dire che non solo confermano quanto di buono era già stato possibile ammirare in San Geminiano, San Francesco e San Nicolò di Pontremoli, ma la disponibilità di spazi offerta da una struttura moderna a pianta quadrata con un vano absidale decisamente ampio, permise loro di escogitare espedienti ornamentali di sicuro effetto, supportati dalla conoscenza della tradizione decorativa settecentesca di cui era possibile ammirare in Pontremoli tutto il percorso evolutivo e a cui i Triani hanno guardato scegliendo i suggerimenti più adeguati per risolvere i problemi proposti dagli spazi offerti dalla chiesa sarzanese. Il risultato finale è di grande effetto e mette in evidenza una sapienza progettuale che si esalta nella evidente omogeneità.
Partendo, infatti, dalla zona absidale, dove nel catino Angelo realizza un grande affresco con l’immagine di “Gesù Morto ai piedi di Dio Padre” (nella foto), si sviluppa sulla volta del presbiterio una sequenza di arconi scanditi dalla presenza di ornati geometrici che hanno proprio la funzione di accentuare la profondità del vano costringendo l’occhio a scivolare sulla scena centrale.
Dalla base al catino si distende un panneggio damascato che avvolge tutta la parete verticale dell’abside per esaltare al centro il quadro contenente il lavoro di Tiziano raffigurante “La Resurrezione di Lazzaro”, una scenda di grande effetto emotivo in cui la figura di Cristo spicca in tutta la sua imponenza. Il resto dell’arredo propone un succedersi armonico dei motivi ornamentali già utilizzati per la zona presbiterale che hanno però lo scopo di condurre l’occhio a scivolare sulla decorazione della volta a crociera centrale dove si sviluppa una balconata che al centro di ognuno dei quattro settori presenta un medaglione sostenuto da angeli dove è inserito il busto di un Evangelista.
Giustamente quindi la comunità ha voluto tributare il dovuto onore a due artisti che hanno saputo realizzare qualcosa di veramente importante e che segna indelebilmente una carriera ricca di grandi soddisfazioni.

Una accoppiata vincente

La carriera ultraquarantennale di Angelo e Tiziano Trani, proposta dal Prof. Luciano Bertocchi nella presentazione della loro attività artistica a Sarzana, segna uno dei motivi di maggiore interesse nella storia dell’arte di Pontremoli e della Lunigiana, oltre che di alcune zone di Toscana, Emilia e Liguria. I due fratelli, grazie alla loro poliedricità operativa e, soprattutto, alla conoscenza approfondita della tecnica decorativa, si costruirono un fama eccellente che li portò ad operare in numerosissime chiese delle aree accennate, in un prosieguo di impegni che si protrasse per moltissimi anni, intercalato solo da impegni di minore entità che ognuno soleva assumere personalmente. Difficile, oggi, entrare in una chiesa lunigianese o di una delle zone limitrofe o fermarsi ad ammirare qualche oratorio senza intravedere decori dove spicca inconfondibile la mano dei Triani. La cosa si fa ancora più significativa perché di fatto siamo in presenza di uno degli ultimi esempi di collaborazione parentale, cosa invece più che naturale tra gli artisti del passato. Basti ricordare, per quanto ci riguarda più da vicino, le sequenze Francesco e Gio. Batta Natali cui seguirono Antonio e Niccolò Contestabili. Ebbene, Angelo e Tiziano Triani furono i continuatori di un’esperienza familiare iniziata a meta Ottocento con la presenza di un Angelo impegnato nella decorazione del Duomo durante i lavori di ripristino della volta centrale dopo il terremoto del 1834, cui fece seguito Ruggero, che fu non solo imprenditore edile, ma in più occasioni decorò soffitti e pareti con soluzioni ornamentali non particolarmente elaborate, ma decisamente efficaci. I figli raccolsero l’eredità del padre puntando a ben altri effetti, non trascurando però che, sempre in ambito familiare, potevano contare sull’esperienza edilizia di Pietro e sulla sapienza di ornatista e doratore di Amelio. Una fetta di storia a più mani, la cui eredità oggi è in mano ad Anna e Raffaello cui compete di proseguire una strada davvero affascinante.