Nicaragua: arrestati altri due sacerdoti

Continuano le persecuzioni alla Chiesa Cattolica da parte del regime di Daniel Ortega

Nel tardo pomeriggio di domenica scorsa, altri due sacerdoti sono stati arrestati in Nicaragua su volontà del regime di Daniel Ortega e di sua moglie Rosario Murillo. I sacerdoti Iván Centeno e Julio Norori sono stati prelevati dalle loro chiese da civili conosciuti come “paramilitari”. Padre Centeno presta servizio nella parrocchia dell’Immacolata Concezione di Jalapa, padre Norori nella parrocchia dii San Juan del Río Coco, a Madriz. “Quattro uomini in abiti civili lo stavano aspettando”, ha raccontato un testimone al sito di informazione indipendente 100% Noticias, in riferimento all’arresto di padre Norori. È stata invece smentita la notizia, riportata sui social network, che anche un terzo sacerdote, padre Erick Ramírez, fosse stato prelavato dai paramilitari. Sulla pagina Facebook della sua parrocchia – Cristo Rey di Telpaneca – si afferma che il parroco è libero e “in perfette condizioni”. “La feroce persecuzione della dittatura sandinista di Daniel Ortega contro la Chiesa cattolica continua, ha denunciato dall’esilio di Miami il vescovo ausiliare di Managua, mons. Silvio Báez. Chiedo alla Chiesa di tutto il mondo di pregare per il Nicaragua e per la nostra Chiesa perseguitata”.

Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega
Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega

Le chiese che offrono protezione e cura alle persone che partecipano alle proteste contro il regime o denunciano le ingiustizie e le violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo sono ritenute in Nicaragua agenti destabilizzanti e sono così oggetto di intimidazione, molestie, arresti e persino attacchi. Particolarmente colpite sono le chiese cattoliche romane. Rispetto ad altri Paesi dell’America Latina, gli incidenti legati alla persecuzione di donne e ragazze cristiane sono relativamente pochi. Ad essere più esposti alla repressione sono in genere gli uomini cristiani e i giovani in particolare, in quanto maggiormente coinvolti nelle manifestazioni di protesta. Le ritorsioni contro le chiese cristiane sono iniziate nel 2018, quando sono scoppiate le proteste contro il regime dittatoriale del presidente Ortega e sua moglie. Sono stati chiusi canali TV e chiese cristiani, così come organizzazioni benefiche religiose e sono diventate sempre più numerose le persecuzioni nei confronti di laici, sacerdoti e vescovi. Nelle ultime settimane, il governo ha revocato la personalità giuridica dell’Associazione Compagnia di Gesù del Paese centroamericano e ordinato la confisca dei suoi beni, il tutto senza rispettare le procedure amministrative stabilite dalla legge e senza dare la possibilità di un ricorso davanti a un giudice imparziale. Gli stessi metodi impiegati nei confronti delle oltre 3.200 realtà associative, laiche e ecclesiali, “non allineate” cancellate dal 2018. Ortega ha inoltre nazionalizzato l’Università Centroamericana (UCA), vero e proprio fiore all’occhiello della rete scolastica gestita dai Gesuiti nel Paese.