Riapre la chiesa di S. Felicita a Casola in Lunigiana

Domenica 1 agosto. Era chiusa dal 2013 per i danni del terremoto. 

Riapre domenica, 1° agosto, la chiesa di Santa Felicita a Casola in Lunigiana. Dopo l’ultimo terremoto, quello del 2013 a causa delle gravi lesioni riportate, era stata chiusa, in attesa dei lavori di consolidamento e di messa in sicurezza. Secondo quanto riferisce don Luca Franceschini, delegato per i beni culturali della Diocesi, “la chiesa è stata una delle più colpite della Diocesi dal sisma che ha investito la Lunigiana otto anni fa”.
“I danni – spiega – oltre alle parti strutturali riguardavano l’altare maggiore in marmo e gli interni. L’intervento è stato davvero oneroso (la cifra va oltre duecentomila euro ndr) ed è stato possibile grazie ad un contributo straordinario e sostanzioso della CEI, indirizzato proprio a questo edificio. Sono state così recuperate le parti lesionate e consolidate quelle che il terremoto aveva reso instabili”.

Panorama di Casola
Panorama di Casola

Inoltre, grazie all’impegno della popolazione è stato possibile completare la pitturazione degli interni. I quadri che era stati tolti, per evitare ulteriori deterioramenti, e ospitati, provvisoriamente, nel Seminario di Massa, sono tutti stati ricollocati in sede. La chiesa – ricordiamolo – è una delle più antiche del territorio: era probabilmente una cappella castrense nel periodo malaspiniano del borgo, posto nei pressi della confluenza del torrente Tassonaro con l’Aulella; la chiesa e la torre campanaria si trovano, infatti, sulla parte più alta del borgo a ridosso delle mura. È citata per la prima volta in un documento del 1296-97. 
A quella fase storica appartiene il paramento murario romanico a bozze squadrate di arenaria sul fianco sinistro. Sulla testata d’angolo di quella stessa parete c’è una pietra che porta la data del 1408 (o, forse, 1468), anno di un generale rifacimento cui seguì nel Settecento la trasformazione barocca esterna ed interna. Soddisfazione per la conclusione dei lavori e la riapertura è stata espressa dal parroco don Massimo Readelli che proprio domenica restituirà l’edificio alla popolazione, riprendendo così l’ordinaria vita parrocchiale.