Cresce l’epidemia di Coronavirus nel territorio

Questo il bilancio nella Provincia di Massa Carrara: 38 i contagiati di cui ben 32 di questi in Lunigiana. Sono stati registrati i primi due morti, 121 le persone messe in quarantena. Incontro tra i sindaci in cui si è espresso il timore sul controllo dei lavoratori pendolari e dei proprietari delle seconde case.

Sono 38, dato del pomeriggio di martedì 10 marzo, i casi ufficiali di persone contagiate dal coronavirus nella nostra provincia. Ai 20 registrati sino a domenica 8 marzo si sono aggiunti altri 7 casi lunedì e undici di martedì dimostrando come il fenomeno sia in espansione anche nel territorio aprano. E sono arrivati anche i primi due decessi:  entrambi all’ospedale Apuane: uno dell’87enne di Mulazzo che era ricoverato dall’8 marzo; l’altro, in serata, dell’84enne di Villafranca, anch’egli ricoverato dall’8 marzo. Entrambi erano in gravi condizioni.

Nuovo ospedale Apuane
Nuovo ospedale Apuane

Questa era la situazione a domenica secondo il bollettino ufficiale dell’Asl: uomo di 87 anni di Mulazzo; uomo di 77 anni, di Licciana Nardi; uomo di 84 anni, di Villafranca,; altro uomo anziano, di Zeri; altra donna; uomo di 80 anni, di nazionalità tedesca, residente a Tresana; uomo di 68 anni, di Filattiera; uomo di 63 anni, di Pontremoli; donna di 63 anni, di Massa; due uomini di Fivizzano, uno di 72 anni e l’altro di 64; un cittadino di Pontremoli di 76 anni, (ne parliamo nella pagina a fianco); un cittadino di 72 anni di Licciana Nardi. Tutti questi sono ricoverati al Noa, poi c’è la moglie del pontremolese 63enne positiva al test, in isolamento domiciliare; uomo di 66 anni, domiciliato a Massa, pastore protestante di nazionalità belga, già in sorveglianza a casa, in quanto contatto di soggetti risultati positivi in Francia; bambina di 50 giorni di Mulazzo ricoverata all’ospedale Meyer di Firenze; la moglie del 72enne di Licciana, di 70 anni, è in quarantena nella sua abitazione dopo essere stata ricoverata in ospedale; una donna di 65 anni di Codogno tornata nella seconda casa di Carrara, è ancora in ospedale (il ricovero non è però legato al Coronavirus). A questi casi se ne sono aggiunti, come detto, sette lunedì scorso: uomo di 59 anni, di Massa sta bene ed è a casa; mentre gli altri sei sono ricoverati al Noa: uomo di 57 anni, di Massa; uomo di 41 anni, di Villafranca; donna di 30 anni, di Sarzana; uomo di 66 anni, di Zeri; uomo di 58 anni, di Fivizzano; uomo di 85 anni, di Pontremoli. E poi altri 11 casi positivi martedì, sette stanno bene e sono a casa: uomo di 69 anni di Massa; uomo di 43 anni di Massa; donna di 46 anni di Villafranca; donna di 49 anni di Pontremoli; uomo di 70 anni di Aulla; uomo di 66 anni di Massa e uomo che risiede nella zona Massa ma lavora a Sarzana . Gli altri sono ricoverati al Noa nel reparto Malattie infettive: uomo di 73 anni di Pontremoli; uomo di 81 anni domiciliato ad Aulla; uomo di Mulazzo; donna di 77 anni di Bagnone.

 
09corona_virus1A questi vanno aggiunte, dato di domenica, 121 persone in quarantena in Lunigiana. Si è tenuto intanto, un incontro tra i sindaci della Lunigiana che ha visto emergere molte preoccupazioni sulle difficoltà del territorio, specie per i comuni (Fivizzano, Zeri e Pontremoli) confinanti con le “zone rosse” ma che non hanno i mezzi per controllare questo loro “essere di confine”. “Si sono accorti adesso che Pontremoli è al confine. Lo andiamo dicendo da qualche settimana che ci sarebbero state delle difficoltà”, ha per esempio sottolineato la sindaca di Pontremoli Lucia Baracchini. Una riflessione che si allarga ai molti lavoratori pendolari che scavalcano gli Appennini per recarsi al lavoro e che poi tornano a casa. Il tutto “garantito” solo con delle autocertificazioni.Tutto è stato, in parte, sorpassato dall’annuncio del premier Conte che ha esteso le limitazioni delle “zone rosse” a tutta Italia uniformando su tutta la penisola gli obblighi e le limitazioni dei cittadini. “In questo momento serve lucidità – ha rimarcato la Baracchini – Tutta le gestione è in mano a governo e regioni, noi attendiamo per ora. Le persone che partono da qui per andare al lavoro come fanno? Chi li autorizza? E per chi arriva: noi ad esempio stiamo guardando i vari elenchi delle seconde case, abbiamo fatto controlli con i vigili nelle frazioni dove c’è un grosso patrimonio immobiliare di chi viene da fuori”. Intanto all’ospedale di Fivizzano sono state attuate misure necessarie a tutela dell’utenza e degli operatori. Visto che negli ultimi giorni si erano diffuse, anche sui social, notizie non corrette; l’Asl ribadisce che la sede distrettuale adiacente all’ospedale, che ospita anche il Cup, rimane regolarmente aperta, e che sono riprese tutte le attività distrettuali e di riabilitazione ambulatoriale.