“Cercatori di LavOro”: a Carrara l’8° convegno mons. Taliercio

Promosso dall’Azione Cattolica diocesana si è svolto alla Camera di Commercio. In provincia la ripresa c’è ma la ricaduta sul territorio è ancora scarsa. Industria 4.0: rivoluzione digitale che mette a rischio il 15% dei posti di lavoro

Settimana_Sociale_CagliariVenerdì 23 febbraio si è svolto, nella sala di rappresentanza della Camera di Commercio a Carrara l’VIII convegno Taliercio dal titolo “Settimana Sociale: da Cagliari a Massa Carrara. Una lettura del territorio per una proposta di sviluppo”, importante occasione per riprendere i temi della settimana sociale dei cattolici, svoltasi a Cagliari nell’ottobre scorso e rilanciarli in chiave locale.
Il prof. Andrea Bucelli, responsabile regionale della Pastorale Sociale e del Lavoro – che ha partecipato come delegato alla settimana di Cagliari – ha proposto alcuni tratti fondamentali tra i quali è importante ricordare quanto la linea rossa che ha legato le varie giornate sia stata la promozione di un percorso generativo di fiducia, ovvero la scoperta e la valorizzazione delle buone pratiche, delle esperienze positive presenti sul territorio, i “cercatori di LavOro”: tutte le tipologie di imprese, tra cui molte “start-up” messe in piedi dai giovani, dalle aziende micro e medie fino alle grandi realtà imprenditoriali, anche “griffate”.
Una narrazione del positivo che “travolge” l’esistente e che necessita di legarsi maggiormente ai territori per poter essere significativa; territori nei quali è importante superare le logiche campanilistiche che non hanno più senso, perché la strada maestra, ha ricordato Riccardo Cerza, segretario generale CISL Toscana, è quella che porta verso la creazione di alleanze, di reti che aiutino a sostenere le realtà più piccole in difficoltà, ma che permettano di rendere significativi i valori positivi di cui siamo portatori.

Le cave di marmo
Le cave di marmo a Carrara

Dalla relazione del dott. Daniele Mocchi, del centro di ricerche e studi della Camera di Commercio, è emerso quanto in linea di massima il territorio provinciale risulti in ripresa nella maggior parte dei comparti del lavoro (industria, impresa media, piccola e micro impresa, lapideo, turismo, terziario e servizi,…); a fare da contraltare a questo però bisogna prendere in considerazione la ricaduta che tale ripresa ha per un territorio, ovvero quanto le ricchezze generate ricadano sul bene comune. Uno su tutti il mondo del lapideo, dove cresce soprattutto l’export dei materiali grezzi che vengono quindi lavorati all’estero e riportati in Italia, e dove la ricaduta economica sul tessuto locale è minima, con una maggior rendita per gli imprenditori senza un reale investimento sul territorio.
Guardando al futuro e alla formazione è importante prendere consapevolezza dell’industria 4.0, ovvero la rivoluzione digitale che sta già trasformando il mondo del lavoro e che prevede il passaggio da analogico a digitale di circa il 35% delle attività lavorative entro il 2020, con una significativa perdita (fino al 15%) di posti di lavoro soprattutto nel settore dell’agricoltura e del commercio, e in generale mettendo a rischio in particolare i lavoratori meno qualificati.
Va da sé la necessità, nel campo formativo ed educativo, di un significativo cambio di rotta che non abbia però solo l’obiettivo di fornire conoscenze strettamente digitali e informatiche (come analisi dei dati e programmazione), ma che sviluppi anche competenze quali il problem solving, la creatività, la gestione delle persone, dei conflitti, il coordinamento di più persone, l’intelligenza emotiva.
Di pari passo, questa rivoluzione richiederà l’adeguamento di ritmo di tutta la filiera formativa, e non da meno quella orientativa per le generazioni che stanno scegliendo “dove”, “come” formarsi e “perché”; pena l’incremento ben oltre il 15% della perdita di posti di lavoro.
Ma gli elementi riconosciuti come fondamentali per un reale sviluppo di un territorio, secondo il dibattito che si è sviluppato successivamente, devono prevedere più attori sia dalla società civile che dal mondo istituzionale. Perché infatti a concorrere a un reale sviluppo del territorio sono necessarie bonifiche del territorio, strumenti normativi e urbanistici adeguati, accesso al credito, oltre che un “patto sociale” basato sulla solidarietà, sul rispetto dell’ambiente, sull’etica e sulla giustizia.