Risultati deludenti dai vertici internazionali

Dopo Amburgo e Tallin. Ognuno tira l’acqua al suo mulino.
L’Europa è stata sconfitta più o meno su tutti i fronti

g20_AmburgoGrandi manovre nei rapporti internazionali. In questi ultimi giorni si sono svolti due importanti incontri: ad Amburgo il G20 con tutti i capi di Stato dei venti Paesi più importanti del pianeta, a Tallin l’incontro dei ministri degli esteri dei Paesi dell’Unione Europea. I temi più rilevanti all’ordine del giorno del G20 erano il clima, il commercio , le migrazioni. Le migrazioni erano anche il tema più caldo del vertice di Tallin. Sia nell’un caso che nell’altro i risultati sono stati a dir poco insoddisfacenti.
Ognuno tira l’acqua al suo mulino senza alcun pudore. È sufficiente pensare che i vincitori di questo round sono stati Trump, Putin e la Cina. L’Europa è stata sconfitta più o meno su tutti i fronti, dilaniata come è dalle sue beghe interne e dal’incapacità di avere una visione unitaria dei problemi.
g20_Amburgo_tavoloCosì ad Amburgo, sede del G20, quando si è trattato di parlare di clima si è visto Trump dichiarare la sua ritirata dagli Accordi di Parigi per la lotta al cambiamento climatico, ostaggio delle sue stesse promesse elettorali, che gli impongono di sostenere le multinazionali americane. Si tratta di una ritirata pericolosa in quanto gli Stati Uniti sono tra i maggiori produttori di anidride carbonica. Il fatto ha però messo in evidenza che gli USA non sono, almeno in questo momento, un polo attrattivo. Sono rimasti isolati e per questo la Merkel si dichiara soddisfatta per essere riuscita a tenere uniti gli altri 19 Paesi.
Una soddisfazione da poco, visto che la mancanza di fascino degli Usa apre le porte all’aumento dell’influenza di Putin e della Cina sulla scena mondiale. Inoltre per ottenere questo risultato si sono diluiti gli impegni precedenti. Anche sul commercio l’Europa, paladina del libero mercato, si è vista la strada sbarrata. Malgrado nel comunicato conclusivo si condanni il protezionismo, tuttavia si riconosce agli Stati il diritto di difendersi sul terreno commerciale nel caso in cui qualcuno applichi pratiche illecite. Chi decide quali sono le pratiche illecite e sleali? Chiaramente sono i Paesi stessi. E se è vero che nessuno vuole ritornare all’autarchia c’è, tuttavia, un numero crescente di Paesi che comincia a pensare che una protezione tariffaria possa essere necessaria.

Il Papa ai potenti del mondo

papa Francesco“Nei cuori e nelle menti dei governanti e in ognuna delle fasi d’attuazione delle misure politiche c’è bisogno di dare priorità assoluta ai poveri, ai profughi, ai sofferenti, agli sfollati e agli esclusi, senza distinzione di nazione, razza, religione o cultura, e di rigettare i conflitti armati”. È l’accorato appello che papa Francesco ha lanciato ai leader mondiali riuniti ad Amburgo per il Vertice G20. In un messaggio scritto alla Cancelliera Angela Merkel, il Papa ricorda i 4 principi contenuti nell’Esortazione “Evangelii Gaudium” per “la costruzione di società fraterne, giuste e pacifiche: il tempo è superiore allo spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; e il tutto è superiore alle parti”. In particolare, il Papa ha fatto riferimento alla “tragica situazione del Sud Sudan, del bacino del Lago Ciad, del Corno d’Africa e dello Yemen, dove ci sono 30 milioni di persone che non hanno cibo e acqua per sopravvivere”. Il Papa ha invitato a pensare che i Vertici del G20 si limitano a riunire attorno ad un tavolo un “ridotto numero di Paesi che rappresentano il 90% della produzione mondiale di beni e di servizi” ed ha aggiunto che chi ha meno forza politica soffre di più gli effetti perniciosi delle crisi economiche. Allo stesso tempo, questa grande maggioranza che in termini economici rappresenta solo il 10% del totale, è quella parte dell’umanità che avrebbe il maggiore potenziale per contribuire al progresso di tutti.

Tutto questo ci dice che il mondo non gode di buona salute. Se questi sono i problemi affrontati dai grandi del mondo con spirito chiaramente egoistico, non si può non essere preoccupati per gli altri Paesi. Basta pensare che i Paesi del G20 possiedono il 90% della produzione mondiale di beni e di servizi. Agli altri resta la miseria! Il paradosso diventa evidente quando si parla dell’altro argomento caldo all’ordine del giorno: le migrazioni. Ad Amburgo, nel G20, l’Italia ha posto il problema. La dichiarazione conclusiva è: “Chiediamo sforzi globali concertati e interventi coordinati e condivisi in particolare rispetto ai paesi e alle comuntità che subiscono una forte pressione sociale, politica e finanziaria con l’obiettivo di combinare sia l’approccio di emergenza che quello di lungo termine… sottolineiamo il diritto sovrano degli Stati di gestire e controllare i loro confini e stabilire politiche”. Traduzione: ognuno faccia quello che vuole. E chi ha il problema, l’Italia, se lo tiene. I capi di Stato e di governo sanno che il tema migrazioni fa perdere voti. A Tallin la musica non è stata diversa: tutti i porti europei restano chiusi.

Giovanni Barbieri