“La santità è la vita ordinaria vissuta in modo alto”

Venerdì 20 gennaio Argigliano ha festeggiato il Beato Angelo Paoli, ricordato quale “Padre di carità e dei poveri”

Beato_Angelo_Paoli“La santità è la vita ordinaria vissuta in modo alto”: partendo da questa affermazione di San Giovanni Paolo II, padre Giovanni Grosso ha ripercorso, nell’omelia della S. Messa, il cammino della carità che ha contrassegnato tutta la vita del Beato Angelo Paoli, che “spirava, venerato come un santo, a Roma, alle 6,45 del 20 gennaio 1720, all’età di 78 anni”.
E il 20 gennaio, come ogni anno, la comunità di Casola e dei devoti del Beato si è ritrovata numerosa nella chiesa di Argigliano, paese dove Angelo vide la luce il 1° settembre 1642. Hanno concelebrato con padre Grosso, priore provinciale dei Carmelitani italiani, padre Lucio Zappatore della parrocchia dei SS. Silvestro e Martino di Roma, accompagnato da tre giovani carmelitani nelle vesti tradizionali dell’ordine, don Bernardo, parroco di Fivizzano, don Daniele, parroco di Casola, il diacono Giorgio.
Erano presenti anche il sindaco di Casola, Riccardo Ballerini, il maresciallo della locale stazione dei carabinieri e l’assessore Nanni Poleschi del Comune di Fivizzano.
Del Beato Angelo l’omelia ha messo in evidenza la grande capacità di assistere gli ammalati, anche dal punto di vista psicologico, lo straordinario spirito di carità verso i poveri, tanto da essere denominato “Padre di carità e dei poveri”, l’abilità nel saper coinvolgere nelle sue opere di aiuto tante persone di Roma, ma, soprattutto, la costante attenzione a Dio, che si esprimeva nella preghiera intensa, nella penitenza, nella estrema sobrietà del vivere, al limite della rinuncia, nel rifuggire da ogni sorta di onori, nella fiducia nella Provvidenza.
Al termine della funzione religiosa, accompagnata dai canti e dalle note del coro “Beato Angelo Paoli” di Casola, il presidente del Comitato, Gianpiero Berti, ha rivolto un breve indirizzo di saluto ai presenti, seguito dalla tradizionale distribuzione del “pane benedetto” ad opera della famiglia Paoli di Argigliano.
La partecipazione raccolta, le belle e confortanti parole di misericordia e giustizia ascoltate, la rinnovata memoria delle luminose azioni del Beato, il ritorno nella chiesa, resa inagibile dall’ultimo terremoto e recuperata nella struttura danneggiata, anche se non ancora restaurata nei dipinti, come è stato illustrato dall’architetto progettista degli interventi, hanno diffuso in tutte le persone presenti – così ci è sembrato – un senso di intima serenità e suscitato anche qualche utile riflessione, magari per vivere “l’ordinario in modo un po’ più alto”.

Andreino Fabiani