A Pontremoli “La ballata dell’angelo ferito”

Sono andate in scena cinque repliche per lo spettacolo teatrale con le giovani dell’IPM

È stato, come di consueto, molto partecipato il tradizionale appuntamento con lo spettacolo delle ragazze dell’Istituto Penale Minorile di Pontremoli che in questa occasione si è svolto nella chiesa di San Geminiano, con ben cinque repliche sempre con il tutto esaurito, da martedì 22 a sabato 28 settembre.
Spettacolo teatrale “La ballata dell’angelo ferito”, il cui testo è nato dalla composizione di diverse scritture realizzate sia nell’IPM sia dagli studenti delle scuole superiori del territorio e che hanno preso spunto dal quadro “L’angelo ferito” del pittore finlandese Hugo Simberg che rappresenta questa figura alata con la testa bendata, il capo chino, sopra la sua ala si intravedono delle pallide tracce di rosso sfumato.
I due bambini che lo accompagnano su quella che sembrerebbe una barella improvvisata da due rami di legno, sono seri, assorti… forse tristi. Un punto di partenza molto stimolante per i giovani autori che ha permesso loro di creare un’ambientazione suggestiva all’interno della chiesa.
Gli attori, seduti in un grande cerchio insieme agli spettatori, narrano quanto accaduto in un paese: il ritrovamento di un angelo ferito. Tanti sono i testimoni e diverse le persone che intervengono: alcune fortemente ostili nei confronti della creatura “diversa”, altri, che invece, si interrogano con sguardi empatici su come il tutto sia possibile. C’è chi interviene sulla scena del fatto, ma dalle testimonianze non si capisce se siano soccorritori o vessatori.
Nel raccontare i fatti, sempre gli stessi, la comunità, interrogando la vittima e i presunti rei, ha sguardi così diversi da non riuscire a giungere ad una versione condivisa. Una riflessione su come la realtà possa presentarsi in maniera multiforme e come quindi, anche dare patenti di “verità” in maniera troppo semplicistica sia profondamente sbagliato, con il testo che interpella direttamente gli spettatori, non più testimoni passivi di un vedere, ma testimoni attivi di un corso di eventi.
Una riflessione che si allarga al concetto stesso di giustizia e della necessità che tutti, soprattutto le persone ferite, abbiano la possibilità di curare le proprie lacerazioni, interne ed esterne, per un rientro in società senza pregiudizi.
Uno spettacolo che ha visto la drammaturgia e regia di Paolo Billi, ormai vero e proprio nume tutelare di questa iniziativa di confronto tra carcere e teatro che va avanti da 11 anni (“un vero e proprio unicum in tutta Italia”) e che ha poi visto in scena un gruppo di ragazze dell’Istituto Penale Minorile di Pontremoli: Anissa, Belen, Beki, Chanel, Karima, Mara, Nicole, Tatiana, Zina insieme agli studenti del Liceo Malaspina e dell’Istituto Pacinotti- Belmesseri di Pontremoli: Hussein Arbichi, Gabriele Chiartelli, Matilde Delucchi, Matteo Lleshi, agli attori pontremolesi Lorenzo Borrelli ed Eleonora Casetta, con la partecipazione di Don Giovanni Perini, cappellano nell’Istituto Penale Minorile di Pontremoli.

(r.s.)