Ottobre bifronte: dal secco alle alluvioni

Ne è passata di acqua, sotto i ponti lunigianesi, in queste ultime due settimane di ottobre! Prima si invocava la pioggia, ora ci si chiede quando smetterà di diluviare. Si può senz’altro concedere che la distribuzione nel tempo delle precipitazioni sia stata quasi… diabolica, ma non è la prima volta che accade e non sarà certo l’ultima.
Va dato atto, però, che la distribuzione spaziale ha disegnato un quadro dei più insoliti: negli episodi perturbati dal 18 ottobre, che hanno avuto i rispettivi clou nei giorni 19, 24, 27 e 30, non si è visto il classico transito di sistemi frontali da pieno autunno con piogge “a tappeto”, bensì un succedersi di nubifragi localizzati per valli o al massimo sottobacini che, una volta finiti sotto i rovesci, si sono presi una lavata maiuscola, mentre la valle confinante è rimasta all’asciutto o interessata più marginalmente.
Gli episodi sono stati quattro e ciascuno della durata di due o tre giorni, per cui qualcosa è toccato un po’ a tutti gli angoli della Lunigiana, lungi però da un equo riparto.
Il 19, ad esempio, il grosso è toccato a Filattiera e alla vallata del Caprio, ma lo stesso copione si è ripetuto il 24 e la notte del 30.
Tra la sera del 26 e la notte del 27, invece, è stato subissato il bacino del Taverone.
Il 24 e la giornata del 30 è toccato al Pontremolese, dove però l’alto Magra ha sempre ricevuto più della vallata del Verde.
Una ‘geografia’ bizzarra degli apporti, di cui è arduo scovare precedenti in un autunno ormai inoltrato poiché richiamano molto di più certe mattità dei nubifragi estivi o, al massimo, settembrini.
Singolare è stato, altresì, che lo sfogo di tali piogge sia avvenuto, eccetto il 20 e il 30 ottobre. in gran parte senza manifestazioni temporalesche.
Il livello termico ben sopra norma – a settembre, la temperatura media è stata quella di un agosto tipo di fine XX secolo e ottobre chiuderà con un dato più consono ad un fresco settembre – ha giocato anche nel modo in cui si è manifestato il “brutto tempo” una volta riapparso dopo il dominio dell’alta pressione, interrotto, dai primi di settembre fino quasi a metà ottobre, solo dalla perturbazione del 22 settembre.
L’accanirsi degli episodi piovosi in determinate aree, valli o piccolo bacini imbriferi ha destato un po’ di stupore: a maggior ragione, al cospetto di allerte meteo valide per l’intera Lunigiana o provincia apuana e, alla resa dei conti, apparse talora eccessive nei Comuni dove i fenomeni si sono rivelati ordinari o addirittura minimi.
Sul prossimo numero si vedrà come si è comportato ottobre con tutti i dati a disposizione. Una prima occhiata racconta un mese ‘bifronte’, passato dal tempo estivo della prima metà a quello molto perturbato della seconda.
Le piogge hanno cumulato totali ingenti, specie nei siti montani. Già a 400-500 m di altitudine, in alcune stazioni, ottobre chiuderà con apporti di oltre 700 mm!
Nella sola giornata di lunedì 30, ne sono scesi 200-250 e più a monte di Pontremoli, verso la Cisa e il Cirone, mentre il 19 e il 24 i parossismi pluviometrici avevano comportato accumuli dello stesso ordine nella valle del Caprio e, tra il 26 e il 27, nell’alto bacino del Taverone.