Gesù buon seminatore

Domenica 16 luglio – XV del Tempo Ordinario
(Is 55,10-11; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23)

Per tre domeniche di seguito leggeremo il terzo grande discorso del vangelo secondo Matteo, il discorso delle parabole del Regno. La più conosciuta è senz’altro la parabola del seminatore.

1. Il seminatore uscì a seminare. La Parola di Dio viene sempre seminata a piene mani, quasi con spreco, perfino sulla strada, tra i sassi e i rovi.
La Parola è seme che cerca la terra per poter fruttificare, deve quindi essere accolta non come la mente assimila un concetto, ma come la terra accoglie il seme e lo custodisce fino a quando germoglia e porta frutto.
Il profeta Geremia usa una bellissima immagine: “Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore”. E il profeta Osea, parlando di Israele come della sposa infedele, dice: “La attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”.
Quando la Parola di Dio si accoglie con il cuore, produce frutto, così come la pioggia e la neve cadono dal cielo e portano frutto prima di tornare a chi le ha mandate. Se Dio parla, è per rendere l’uomo partecipe della sua vita, per donargli una comunione eterna.

2. Beati i vostri orecchi perché ascoltano. Un vecchio proverbio dice: “Chi parla semina, chi ascolta raccoglie”. La nostra epoca è la più verbosa di tutte; troppi, anche nel mondo ecclesiale, parlano senza ascoltare, si sentono autorizzati a intervenire anche su argomenti che ignorano o che non li riguardano.
Oggi abbiamo bisogno di persone che ascoltino con il cuore la Parola di Dio, in modo che il loro intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri. Soltanto attraverso uomini toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli uomini.

3. Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto. Anche se la Parola di Dio è sempre efficace perché ha in sé la forza di germogliare e il potere di creare vita, tuttavia porta o non porta frutto a seconda della qualità del terreno in cui cade.
Finché siamo su questa terra, viviamo il tempo della semina, e alternativamente noi stessi possiamo essere di volta in volta terreno sassoso, terreno spinoso o terreno fertile. Ci alimentiamo con la Parola di Dio, ma non esauriremo mai la sorgente.
Ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo, ogni giorno il Signore ha qualcosa di nuovo da dirci, perché non si ascolta la Parola per trovare conferma alle proprie idee, ma per comprendere il progetto di Dio su di noi e sulla nostra storia.
La Bibbia non è un romanzo che si legge una volta sola in fretta per arrivare alla conclusione, ma a ogni lettura presenta un messaggio nuovo e diverso, adeguato alla persona che ascolta e all’età della vita.
Ascoltiamo giorno per giorno nell’attesa di arrivare a maturazione, “aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo”, come ci ha detto San Paolo nella seconda lettura.

† Alberto