Un sabato di sole nella variabilità di marzo

Il trimestre primaverile si è avviato con una giornata invernale: il che accade spesso, visto che la stagione meteorologica inizia tre settimane prima di quella astronomica. Facile, quindi, che tratti tipici della vecchia e della nuova stagione si alternino nella fase di ‘rodaggio’. Non ai livelli del 28 febbraio, agitatissima giornata di congedo del trimestre invernale, quasi che il vento avesse deciso di scatenarsi tutto d’un colpo più di quanto avrebbe dovuto farlo a tempo debito, ma anche mercoledì 1° marzo l’atmosfera è risultata alquanto fredda e in baruffa a motivo della tramontana, particolarmente impetuosa nella notte.
Nel corso della giornata, le folate si sono ridotte a più moderati consigli, ma le precipitazioni hanno interessato proprio le ore centrali e pomeridiane, risultate le più fredde con piovaschi a valle e neve sui rilievi oltre i 700 m. Il mulinare delle correnti da Nord non ha avuto requie neppure giovedì 2, però con ampie schiarite. Tipica, nei giorni ventosi, è la sensazione maggiore di freddo durante il giorno che non la notte o nella serata, effetto che si deve alla contenuta escursione termica.
Venerdì 3, parzialmente nuvoloso e piuttosto ben soleggiato come il 2, ma poi ben diverso sotto il profilo della temperatura, divenuta più mite per l’evoluzione favonica della tramontana, che ha perso altresì buona parte della sua intensità. Il top si è raggiunto sabato 4, quando la prevalenza del sereno e l’ulteriore intiepidirsi della ventilazione discendente hanno favorito ore pomeridiane davvero gradevoli.
Per domenica 5 era alle viste un certo peggioramento, che ha tardato giusto qualche ora concedendo di godere a pieno ‘il dì di festa’. Il depositarsi dell’aria nel fondo delle conche vallive ha permesso alla temperatura di scendere a valori negativi con una lieve gelata e una sensibile brinata; le ore del mattino, quindi, sono state più fredde rispetto a sabato, mentre le ore centrali e pomeridiane appena più fresche per l’insorgere del libeccio prefrontale. Il fronte perturbato è giunto a sera con foschie, nubi basse e finissima pioviggine.
Il transito del sistema nuvoloso – che avrebbe dovuto recare buone piogge tra lunedì e martedì – si è risolto, a conti fatti, con minimi apporti, più sensibili nell’angolo SE della provincia.
Resta da dire su temperature ed eliofania di febbraio, come promesso la settimana scorsa. Quanto al livello termico (media 6,4°C), pur discendendo gradualmente nel corso dell’inverno, si è mantenuto sopra la norma pure nel suo terzo ed ultimo atto mensile: lo scarto è risultato +0,8°C sia nella media generale che in quella dei valori massimi e dei valori minimi. L’inverno 2022-23, pertanto, ha conquistato lo scranno del terzo più mite (pari merito con quello del 2015-16) dopo quelli del 2006-07 e del 2013-14.
Infine, in tema di soleggiamento, febbraio ha perfettamente rispettato i propri canoni con 126 ore radiose, ma non ha potuto compensare a livello stagionale la scarsità di eliofania accusata dall’oscuro dicembre e da un gennaio che, per metà, ne ha seguito la scia.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni

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