Il 19 marzo la Chiesa festeggia San Giuseppe, che il Beato Pio IX proclamò patrono della Chiesa universale. Giuseppe unì Gesù alla discendenza di Davide, donandogli questo titolo messianico preannunciato dalla Scrittura. Questa funzione è posta in rilievo dalla doppia genealogia di Gesù, che ci hanno lasciato Matteo e Luca. È il patriarca in cui trova compimento il tema biblico dei sogni con i quali Dio ha spesso comunicato agli uomini le sue intenzioni.
Come Giovanni Battista è l’ultimo dei profeti, perché indica a vista colui che le profezie annunciavano, così Giuseppe è l’ultimo patriarca biblico che ha ricevuto il dono dei sogni. Questa somiglianza con gli antichi patriarchi risalta ancora di più nel racconto della fuga in Egitto con la quale Giuseppe rifà il viaggio dell’antico Giuseppe, affinché si compia in lui e in Gesù, suo figlio, il nuovo esodo. Infine è il capo della modestissima famiglia in cui vediamo realizzato il mistero della incarnazione del Verbo, e scopriamo la grandezza delle ultime realtà temporali di cui Dio si serve per attuare il suo piano.
Sposo di Maria, è l’ultimo dei giusti dello Antico Testamento che vive di fede. Per la fede meritò di custodire la promessa ormai realizzata dal mistero di salvezza. Nel disegno di amore del Padre, il vangelo lo presenta come figura fondamentale, con un compito di segno privilegiato della paternità di Dio. La devozione popolare, attribuendo tanta venerazione a san Giuseppe, riconosce che Dio sceglie nella sua opera le persone più adatte e il momento più giusto.
Anche colui che presiede la liturgia eucaristica svolge come, san Giuseppe, un compito di custode e amministratore del mistero di salvezza. Lo spirito di servizio dei ministri di culto deve, in fondo, rendere credibile la paternità di Dio. Papa Francesco ha voluto inserire il nome di Giuseppe nelle Preghiere eucaristiche II, III e IV, come già San Giovanni XXIII lo inserì nel Canone Romano.
Pio XII nel 1955 istituì e pose al 1° maggio la festa di “san Giuseppe artigiano” per dare un protettore ai lavoratori e un senso cristiano alla “festa del lavoro”.
Tra i documenti pontifici dedicati a San Giuseppe ricordiamo l’esortazione apostolica “Redemptoris custos” di San Giovanni Paolo II e la lettera apostolica “Patris corde” di Francesco. Cara alla pietà popolare è la preghiera “A te, o beato Giuseppe” di Leone XIII.
Sono tre le parrocchie della nostra diocesi a lui intitolate e a queste di affiancano numerosi oratori e il monastero di Aulla
Il culto di San Giuseppe non risulta mai essere stato molto diffuso nel territorio di quella che ad oggi è la diocesi di Massa Carrara – Pontremoli. Esso si è piuttosto sviluppato in alcuni luoghi particolari. Tre sono le parrocchie dedicate al padre putativo di Gesù: ad Arpiola, nel comune di Mulazzo, ai Ronchi (Marina di Massa) ed al Cinquale (Marina di Montignoso), quest’ultima con il titolo di San Giuseppe Artigiano.
Ad Arpiola la chiesa è stata costruita a partire dal 1949 ed inaugurata quattro anni dopo: tra pochi giorni, dunque, la comunità parrocchiale festeggierà il 70° anniverario.
Ai Ronchi, nei pressi di un’iniziale cappella dedicata al santo, ora sconsacrata ed adibita ad altro uso, fu edificata la nuova chiesa parrocchiale. Questo edificio, riscontrati grossi problemi strutturali, divenne inagibile dal 2003: raso al suolo, è stato sostituito da una moderna chiesa consacrata nel 2017.
San Giuseppe è il patrono di Marina di Carrara, ivi festeggiato il 19 marzo con una grande fiera: una chiesina a suo nome fu costruita nel 1776 per le necessità di quello che allora era un piccolo borgo di pescatori e nel 1840 venne donata alla nuova Parrocchia della Sacra Famiglia, retta dai Servi di Maria.Un piccolo ma grazioso Oratorio è dedicato a San Giuseppe a Vedriano (Casola in Lunigiana): l’edifico risale al 1729 e dipendeva dalla pievania di Offiano, ma il terremoto del 2013 ha provocato la caduta dell’intonaco con il conseguente danneggiamento del pregevole altare in stucco bianco.
Isolato su un pendio in luogo boscoso immerso nel verde a Cerro di Mulazzo sorge un altro Oratorio intitolato al santo, del quale spicca la bella facciata in pietra, risalente al XVIII secolo.In pietra anche la facciata dell’Oratorio del Transito di San Giuseppe ad Orturano di Bagnone, che riporta la data 1746. Il restauro risale al 1984.
Il Monastero delle Clarisse dell’Immacolata ad Aulla, chiamato anche Roseto, è dedicato a San Giuseppe ed al Cuore Immacolato di Maria.
Ad Olivola, dove è forte la devozione a San Giuseppe, il parroco don Vito Piscitello si è fatto promotore della consacrazione a San Giuseppe dell’unità pastorale a lui affidata, che comprende anche le parrocchie di Quercia e Piano di Collecchia.
Ad Albiano Magra nell’Oratorio di Sant’Antonio Abate la pala d’altare raffigura sette santi: al centro in alto non il titolare dell’edificio, bensì San Giuseppe.
Questa rassegna non ha la pretesa di essere esaustiva, quanto più di costituire un aiuto alla riscoperta del culto di questo grande silenzioso santo.
Don Fabio Arduino