Israele: nuovi attacchi alle comunità cristiane

Colpi di arma da fuoco, esplosi da ignoti, contro una scuola e un convento di suore francescane a Nazareth,  il 16 marzo scorso, e domenica 19 marzo, a Gerusalemme, un “attacco terroristico” alla Tomba di Maria, una delle chiese più importanti per gli ortodossi, durante la liturgia domenicale “per mano di due estremisti israeliani”. Sono gli ultimi due attacchi alla comunità cristiana di Terra Santa registrati in questi ultimi giorni in Israele.
In riferimento all’attentato alle suore di Nazareth, il Vicario patriarcale latino in Israele, mons. Rafic Nahara, ha inviato una lettera al Ministro dell’Educazione, chiedendo che venga fatta piena luce sull’accaduto, per evitare che si ripeta. Nella lettera, scritta a nome “di tutta l’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa”, mons. Nahara parla di “precedente molto pericoloso, dal momento che questa è la prima volta che un simile incidente si è verificato contro una scuola della Chiesa in Israele” e ricorda che “i monasteri e le scuole cristiane sono sempre stati al di fuori del ciclo di violenza che si verifica nella società araba”.
Una dura condanna dell’attacco alla Tomba di Maria è venuta dal patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme e dal patriarca Teofilo III; il gesto viene definito un “atroce attacco terroristico” che ha visto due estremisti ebrei fare irruzione nel luogo santo con una sbarra di ferro cercando di colpire il celebrante, “l’arcivescovo Joachim ed un sacerdote che era con lui, rimasto ferito alla testa, e di distruggere oggetti sacri conservati all’interno del luogo”. Nel pomeriggio la polizia ha annunciato di aver arrestato “un 27enne originario del sud”, senza fornire ulteriori informazioni in merito all’identità del fermato.
I due episodi vanno ad allungare una striscia di violenze compiute da estremisti ebrei che i leader cristiani ritengono siano frutto di discorsi di odio portati avanti da alcuni politici del nuovo Governo. Si ricordano, a inizio anno, la profanazione di un cimitero cristiano sul Monte Sion, la violenza contro alcuni turisti vicino alla sede della Custodia di Terra Santa, la camminata del ministro Itamar Ben-Gvir, esponente della destra radicale, alla Spianata delle moschee, i graffiti “Morte ai cristiani” scritti sui muri di un monastero nel quartiere armeno e i locali usati come chiesa nel centro maronita di Ma’alot completamente vandalizzati. Ai primi di febbraio, c’era stato l’attacco contro la Chiesa della Flagellazione, con l’abbattimento della statua di Gesù.
In un comunicato, p. Francesco Patton e Alberto Joan Pari, Custode e Segretario di Terra Santa, affermano che “non è un caso che la legittimazione della discriminazione e della violenza nell’opinione pubblica e nell’attuale scenario politico israeliano si traduca poi anche in atti di odio e di violenza contro la comunità cristiana” e chiedono che siano garantite “la sicurezza per tutte le comunità” e “la tutela delle minoranze religiose” e che si lavori per sradicare il fanatismo religioso.
(D.R.)

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