Buono oltre: un aiuto contro gli sprechi alimentari

La Commissione europea discute su nuove indicazioni sulla scadenza degli alimenti

La sede della Commissione dell’Unione Europea a Bruxelles

Davanti ai cracker lasciati in dispensa oltre la data preferibilmente indicata dal produttore per il consumo, un europeo su due decide di buttare il pacchetto, senza troppi dubbi per la coscienza; un errore che causa ogni anno 57 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, 127 chili a persona, per un costo complessivo di 130 miliardi di euro.
La differenza sta in un avverbio: “preferibilmente”, che consiglia sui tempi per mangiare l’alimento nella sua integrità, ma non mette a repentaglio la salute se si supera la data, diversamente dalla dicitura “da consumarsi entro” che indica invece l’esposizione a rischi per l’eventuale presenza di patogeni dopo la scadenza. Sul tavolo della Commissione europea è in discussione la possibilità di aggiungere un’ulteriore indicazione, affiancata solo agli alimenti “da consumarsi preferibilmente entro”.
La dicitura ipotizzata potrebbe essere “Spesso buono oltre”, proprio per informare in maniera più chiara sulla possibilità di consumare a distanza di tempo il cibo e di non gettarlo via. Secondo la Fondazione filiera Italia, che unisce numerose imprese del Made in Italy, l’aggiunta potrebbe ridurre il 90% degli sprechi. Non tutti gli esperti sono d’accordo con queste previsioni ritenute ottimistiche ma in generale la scelta europea di fare chiarezza sulle informazioni riguardo alla scadenza degli alimenti è valutata in maniera positiva.
Così la pensa anche Pier Sandro Cocconcelli, ordinario di Microbiologia degli alimenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che spiega la differenza tra i cibi con l’indicazione “da consumarsi entro” che, se consumati oltre la data di scadenza, possono causare disturbi intestinali di varia gravità, e quelli “da consumarsi preferibilmente entro” che possono perdere un po’ di aroma o di fragranza ma possono essere consumati senza problemi per la salute. In tal senso l’aggiunta di una dicitura più positiva potrebbe essere utile, tenendo conto che il produttore di alimenti studia il proprio prodotto in modo tale che dia sicurezza anche dopo anni.
L’esempio classico è dato dalla scatola chiusa di pomodoro che può persistere per anni anche dopo la data indicata. Il concetto che si vuole trasmettere con la dicitura “Spesso buono oltre”, quindi, è che il prodotto è buono e sicuro anche anni dopo la produzione. La dicitura finale potrebbe anche essere diversa il giudizio positivo non cambia.
Per quanto riguarda la variazione dei valori nutrizionali riportate sui prodotti in apposite tabelle, data la sigillatura dei prodotti in questione, questa sarebbe minima: la perdita di acqua determinata dall’asciugatura, cambierebbe il valore delle proteine e dei grassi in modo trascurabile. Anche per l’identificazione dei valori nutrizionali, comunque, sono in corso variazioni già introdotte in alcuni Paesi europei.

E. G.

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