Il censimento dei più poveri tra i poveri

Per la prima volta l’Istat, nel censimento della popolazione ha provato a misurare il numero delle persone senza fissa dimora. La parte più povera della popolazione. I risultati ci offrono indicazioni su come si caratterizza il fenomeno. Al 31 dicembre 2021 sono quasi 100mila (96.197) quelli iscritti all’anagrafe, per la maggior parte maschi. Il 38% di loro ha una cittadinanza non italiana; la metà di questi proviene dal continente africano.
Anche se la loro presenza è diffusa in tutta Italia (sono presenti in 2.198 comuni) quasi la metà si incontrano in 5 grandi città: Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova e Foggia. Questa, tuttavia, è una verità parziale, perché non tutte queste persone sono esattamente dei senza dimora, uomini e donne che vivono in strada, nei dormitori, sulle panchine, negli androni dei palazzi o nelle sale d’attesa delle stazioni ferroviarie.
In questa inedita rilevazione rientrano le persone che vivono nelle convivenze anagrafiche, quelle che risiedono in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei e le persone senza tetto e senza fissa dimora. In pratica, i senza dimora che sono iscritti all’anagrafe in un indirizzo di residenza fittizio e presso l’indirizzo delle associazioni che operano in loro sostegno, e coloro che, pur non avendo un luogo di dimora abituale, eleggono il proprio domicilio presso il Comune dove dimorano abitualmente. Sono persone altamente fragili e vulnerabili che vivono al margine della società.
A volte, quando le incontriamo nelle nostre vie o piazze, ci pongono il dubbio se lasciar loro o meno una monetina; altre volte ci mettono timore o tendiamo a nasconderle ai nostri occhi per ipocrisia. Sono persone esposte a tanti rischi: al freddo delle intemperie, alla possibilità di subire violenza o a quella di essere derubate. Spesso sole e senza un riparo sicuro, queste persone vivono uno stato di disagio complesso che unisce spesso povertà materiale e spirituale. Il loro non è soltanto un problema economico, ci sono problemi affettivi e relazionali che le colpiscono. Per avere un quadro della situazione più esaustivo, la Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora (fio.PSD) ha chiesto al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e all’Istat che si possa svolgere una nuova indagine focalizzata sulle persone senza dimora: quelle che sfuggono all’indagine, gli ultimi degli ultimi, chi vive nei dormitori.
“C’è tutta una fascia di popolazione che rischia di scomparire, spiega la presidente, Cristina Avonto, che non risulta nelle residenze anagrafiche fittizie; fare un censimento di questa popolazione, ci permetterebbe oltre che di contarli anche di capire i loro profili, chi sono, che età hanno, da quanto tempo sono per strada e così via”. In tal modo, si potrebbero gettare le basi per progetti innovativi che guardano il tema degli homeless a tutto tondo, perché la povertà, quando corrode la dignità, non è uno strumento di salvezza.