Voce di uno che grida nel deserto

Domenica 4 dicembre – II di Avvento
(Is 11,1-10 – Rm 15,4-9 – Mt 3,1-12)

La seconda e terza domenica di Avvento ci preparano all’incontro con il Signore facendoci ascoltare la voce di Giovanni Battista. Egli non ha preparato la nascita di Gesù, essendo solo di sei mesi più anziano di lui, ma ha preparato l’inizio della sua missione.
1. Nel deserto. Al contrario di Gesù, che inizia il ministero a Cafarnao, una città costruita nell’incrocio di vie di grande comunicazione, Giovanni predica nel deserto. Il luogo ha un valore biblico e teologico, oltre che reale, perché non si tratta di un deserto qualsiasi, ma della zona tra Gerico e il mar Morto, dove il profeta Elia compì prodigi e dove fu rapito in cielo. Giovanni nel modo di vestire e nel luogo di ministero riprende la missione di Elia, secondo la definizione di Gesù stesso: “Egli è quell’Elia che deve venire”. Inoltre il deserto è assenza di uomini e presenza di Dio, è il luogo dove il Signore conduce il popolo per purificarlo e per parlare al suo cuore. Quando si è lontani dalle persone e dalle risorse materiali, si è più disponibili a un incontro privilegiato di intimità con Dio. Anche oggi molti sono affascinati dalla bellezza del deserto, ma lo guardano da lontano. La nuova evangelizzazione sarà efficace nella misura in cui faremo deserto dentro di noi e vivremo alla presenza di Dio. Nel Medioevo la conversione dell’Europa è stata fatta dai monaci di San Benedetto, che univano la contemplazione e il lavoro.
2. Preparate la via del Signore. Il richiamo del Battista a preparare la via del Signore, sempre opportuno, diventa più attuale oggi, perché gli avvenimenti sociali, economici, meteorologici mettono in dubbio le nostre sicurezze. In quanto cristiani non siamo né impauriti, né incerti, ma con la nostra identità dimostriamo di credere sia nelle risorse umane, sia nella Provvidenza. Lo Spirito Santo si serve di noi per far trasparire un messaggio superiore alle umane debolezze, e noi siamo suoi testimoni non per persuadere qualcuno, ma per raccontare l’indicibile amore del Padre verso tutti gli uomini. Pertanto superando il senso di inferiorità che ci fa chiudere in noi stessi e rimpiangere la perfezione (molto presunta) del passato, diamo il nostro contributo per appianare le strade e colmare le valli, per denunziare ingiustizie e curare le ferite.
3. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Sulla crisi del cristianesimo tradizionale sta emergendo una religiosità di basso impegno, tipo “fai da te”, con una vita morale fatta a propria misura. Chi sa vendere bene il proprio prodotto, magari abbassando gli impegni personali, ottiene anche un discreto successo. Anche nel cattolicesimo molti operatori pastorali stanno adottando le forme di una religione a bassa intensità: mi sembra che questo non sia stato lo stile di Giovanni Battista, e che il vino non diventi migliore quando viene annacquato. † Alberto