
Dopo l’esperienza del Covid, l’indagine “Chiedimi come sto”, coordinata da Sip-Cgil-Rete studenti medi e universitari e condotta dall’Ires Emilia Romagna su 30.000 giovani, documenta che il 92% della popolazione scolastica intervistata accusa qualche disagio psichico: ansia, paura, stress, preoccupazione per il futuro,disturbi alimentari, episodi di autolesionismo sono i fenomeni rilevati che più preoccupano. Il 68% degli intervistati, infatti, soffre di senso di noia, il 60% di ansia, il 48% di paura e di rabbia, il 28 % accusa disturbi alimentari, il 14, 5% ha avuto esperienze di autolesionismo, il 12% ha fatto abuso di alcol, il 10% ha assunto stupefacenti.
Nello stesso tempo, sono diminuite quelle positive e in particolare il senso di libertà (62%), la voglia di fare (60%), la serenità (56%) e l’allegria (55%). È aumentato l’uso dei social (78%), dei videogiochi (30,7%) e del fumo (18%). Sono invece diminuiti gli incontri con gli amici, sia online che in presenza (48%) e la cura del proprio aspetto fisico (37%). Il 64% ha subito un cambiamento dei ritmi del sonno. Confermate anche le criticità prodotte dalla didattica a distanza; tra la più diffuse ci sono la noia (75,5%), la fatica a stare davanti a uno schermo (69%), la demotivazione (67%), il senso di solitudine (57%).
Decisamente inferiori, invece, le difficoltà di natura tecnica, di connessione e di disponibilità delle strumentazioni necessarie (33,7%). Sono buone le notizie per quanto riguarda la sfera valoriale, con la dimensione collettiva (89%) che prevale sull’individualismo (56,7%), il cambiamento (92%) sulle tradizioni (52,6%), la solidarietà (95%) sulla competitività (47,5%).
L’inchiesta, presentata il 10 giugno a Torino, conferma un fenomeno da tempo monitorato da specialisti ed educatori e che oggi si è aggravato per conseguenze della guerra che la Russia ha dichiarato all’Ucraina. L’ombra di una nuova tragedia che sempre più si allarga ha spinto di nuovo dentro il tunnel dal quale si stava faticosamente uscendo e mette a rischio la tenuta psicologica e le speranze delle nuove generazioni. I fatti di cronaca testimoniano nei giovani la volontà di reagire al pessimismo con la ricerca di relazioni soprattutto con coetanei ma il quadro riassuntivo è chiaro: Il futuro fa paura al 72% dei ragazzi intervistati e il 75% di questi vede il futuro con insicurezza.
Che cosa hanno fatto di così grave queste ragazze e questi ragazzi per trovarsi imprigionati in un groviglio di sofferenze, di morti, di distruzioni? Perché devono pagare un prezzo così alto per un male di cui non hanno alcuna colpa? Dove sono gli adulti che avrebbero dovuto e dovrebbero aiutarli a crescere nelle difficoltà? Le molte indagini pubblicate dovrebbero scuotere le coscienze adulte e risvegliare le loro responsabilità educative.
C’è bisogno di un vero patto per tenere uniti giovani e anziani e per rispondere alle forti diseguaglianze presenti nella nostra società, molte delle quali pesantemente acuite dalla crisi pandemica.