Viaggio verso la Pace: la marcia interreligiosa

Si è svolta domenica scorsa a Massa. “Un piccolo segno del nostro impegno” ha detto il vescovo Gianni

Ha riscosso grande successo la Marcia Interreligiosa della Pace promossa dall’Azione Cattolica Diocesana in collaborazione con l’Accademia Apuana della Pace, la Chiesa Metodista, la Chiesa Ortodossa, la Comunità Islamica e Casa Betania. L’iniziativa svoltasi a Massa domenica scorsa, dal titolo “Viaggio verso la Pace”, ha ribadito l’importanza del vivere in armonia e del rispondere no ai sentimenti di odio, paura, intolleranza, esclusione e discriminazione, che ancora dilagano in ogni parte del mondo.
“Il tema non è stato scelto a caso – hanno spiegato gli organizzatori – il ‘viaggio’ è sinonimo di crescita e dinamismo: un percorso insieme ad esponenti di altre religioni, per la coesione sociale della nostra comunità. ‘Viaggio’ è, inoltre, quello dei migranti che cercano fortuna e lavoro lontano dal proprio paese; ma è anche la fuga di intere popolazioni da continenti devastati da guerra e fame, che si accalcano ai nostri confini. Condizioni esistenziali che ci impongono di favorire l’accoglienza e l’integrazione per creare un’unione sempre più stretta tra etnie, che hanno culture, religioni e tradizioni diverse”.
Ad aprire la manifestazione è stato Marco Leorin, presidente dell’Azione Cattolica diocesana: “La Marcia della Pace è un appuntamento, che da anni condividiamo con le altre comunità religiose. È un modo per testimoniare che la pace si può costruire insieme e per ribadire che non si può fare la guerra in nome della propria religione! La pace ha bisogno di persone di buona volontà, che si impegnino ad essere veri costruttori di pace”.
Per le misure di contenimento pandemico è stato vietato il corteo e la manifestazione ha visto due momenti: il primo in Piazza Berliguer, il secondo in Piazza Aranci. È stato consegnato un “diario di bordo”, su cui appuntare le emozioni suscitate dalla manifestazione.
In piazza Aranci ad attendere i “costruttori di pace” un grande diario, su cui ciascuno ha potuto appendere le proprie riflessioni e la Coperta della Pace, confezionata da donne e uomini che da tempo si dedicano alla sua realizzazione. “La coperta – hanno spiegato Angela Maria Fruzzetti e Patrizia Fazzi – è nata il 10 aprile 2019 con l’intento di intrecciare fili di pace. Tra i soggetti coinvolti nel progetto, numerose scuole che trasmetteono agli alunni il messaggio della pace”. Una particolarità della coperta è quella di essere stata esposta nei luoghi degli eccidi nazifascisti del territorio: “il nostro scopo – ha detto Angela Maria – è quello di portare anche in quei luoghi il simbolo della pace. Proprio come stiamo facendo oggi!”
Poi le testimonianze delle comunità religiose e la preghiera unitaria, dedicata ai Paesi coinvolti in conflitti e guerre. In modo particolare al popolo ucraino, che sta vivendo momenti di angoscia e di terrore. “Noi abbracciamo le situazioni e le realtà più disparate del mondo, dove la Pace manca – ha detto Massimo Marottoli, pastore della Comunità Metodista – Nelle nostre menti invochiamo la Tua pace, Signore”.
Joussef Gouit, rappresentante della Comunità Islamica, dopo aver letto un versetto del Corano, ha tenuto a dire che l’Islam è una religione di Pace: “L’uomo deve cercare la pace nel suo intimo, per trasmetterla agli altri. È tanto intelligente da aver creato la bomba atomica, ma non è capace di sradicare sentimenti come il pregiudizio razziale. Il Signore ci invita ad essere promotori di pace; perciò è nostro compito diffondere tale ‘valore’ in tutto il mondo”.
A concludere la manifestazione è stato mons. Gianni Ambrosio: “Sono tanti i costruttori di pace, molti di questi sono qui oggi! La pace è un dono del Signore, che deve essere accolto da tutti noi, che ci impegniamo ad avere cuore e mente aperte. Proprio qui in Piazza Aranci nel 1945 un giovane di 25 anni è stato ucciso da una scheggia. Questo episodio mi ha ricordato che anche oggi tante persone vengono uccise, private ingiustamente della loro libertà, trattate come ‘cosa di scarto’. Questa marcia interreligiosa è un piccolo segno del nostro impegno. Dobbiamo continuare sulla strada della vita: tutto ciò che rovina e disprezza la vita è sbagliato. Rimanere sulla strada della vita è la grazia che richieamo al Dio di tutti. Ringraziamo il Signore e invochiamo la sua benedizione per tutta l’umanità bisognosa di pace e di riconciliazione”.