Giuseppe, che significa “che Dio faccia crescere”

Incontro fra i soci del serra Club Pontremoli – Lunigiana

Frate Cristiano Venturi

I soci del Serra Club Pontremoli-Lunigiana venerdì 26 novembre, per onorare l’Anno speciale di San Giuseppe indetto da Papa Francesco, hanno partecipato a Pontremoli ad un incontro sulla figura del padre putativo di Gesù.
Relatore fra’ Cristiano Venturi, il quale ha introdotto la sua “lezione” spiegando che nei Vangeli i nomi indicano la personalità delle persone e specificando che il nome Giuseppe significa “che Dio faccia crescere” evidenziando così per lui già un progetto di vita. La società ebraica – ha spiegato il custode dell’Eremo di Santa Maria Maddalena ad Adelano di Zeri – è costituita da gruppi religiosi che qualificano moralmente coloro che vi appartengono (ad esempio i farisei, i pubblicani e gli zeloti) e Giuseppe era membro di uno di questi che si distingueva per essere formato da uomini giusti, credenti, pii, integri, desiderosi di obbedire alla volontà di Dio.
Giuseppe è rigoroso, fedele, conosce perfettamente la legge ebraica, è una figura nascosta che agisce senza pubblicizzare le sue azioni.

Guido Reni, San Giuseppe col Bambino (1635). San Pietroburgo, museo dell’Ermitage.

Egli proviene dalla casa regale di Davide, ma è povero, umile, paziente, mansueto così come i “poveri di Jahvè”, gruppo religioso che attendeva il compimento delle promesse di Dio e che aspettava la realizzazione delle profezie divine. La sua professione era quella di artigiano tuttofare (la sua attività lavorativa come falegname è stata definita solo nel Medioevo) e per svolgere il suo lavoro è emigrato da Betlemme a Nazareth (per questo motivo è stato designato patrono degli esuli). L’avvenimento principale della vita di Giuseppe è stato divenire padre putativo di Gesù in seguito all’incontro tra Maria, sua promessa sposa, e l’arcangelo Gabriele, inviato da Dio per annunciarle la nascita di suo Figlio. Le famiglie dei due giovani (Giuseppe aveva 20 anni e Maria 15) avevano già firmato l’accordo per il loro matrimonio quando giunge la visita dell’arcangelo.
L’iniziativa divina crea in loro un dramma esistenziale poiché devono far capire agli abitanti di Nazareth che la gravidanza di Maria è un atto non umano e quindi essa non è una adultera. È importante questa loro decisione perché per le adultere vi erano pene severe che prevedevano il ripudio da parte del marito ma anche la lapidazione.
Giuseppe sposa ugualmente Maria per non umiliarla di fronte all’opinione pubblica nazarena. La sua scelta di prenderla con sé assieme al Figlio lo rende padre putativo di Gesù, che legalmente è quindi figlio di Giuseppe.

(Paola Bianchi)