
Recinzione divelta, piano terra usato come stalla. In attesa del via ai lavori di completamento

Un’estate “calda” quella del mai completato “Rifugio escursionistico” in Logarghena: se a maggio era stata data notizia del finanziamento che dovrebbe permettere di rendere finalmente operativo l’immobile, oggi la situazione è tornata ad essere davvero precaria. Da più di venti anni si parla di questa struttura pensata e progettata nei “Prati”, una delle aree ambientali e paesaggistiche più interessanti dell’intero comprensorio lunigianese e di tutto il Parco dell’Appennino. Molti soldi investiti, una lunga vertenza giudiziaria (conclusa un paio di anni fa con l’assoluzione di tutti gli amministratori pubblici coinvolti), un risultato per il momento davvero insoddisfacente a fare (brutta) mostra di sé di fronte ai tanti escursionisti (a piedi e in bicicletta) che frequentano la zona. Domenica scorsa è toccato a me transitarvi vicino e lo spettacolo è stato davvero desolante; la struttura può piacere o meno (a me non piace per nulla, sarà perché ricordo bene la baita rivestita di tronchi di betulla che qui era stata costruita negli anni Sessanta, e anche perché non si capisce che cosa centri un edificio a due piani, di quelle dimensioni e con quelle forme in un territorio di pregio come quello…).
Ma se il giudizio estetico è soggettivo, lo spettacolo che si presenta è davvero sconfortante; se non fosse per il recente intervento che il Comune di Filattiera ha completato nell’ala orientale dove le tegole rosse sono state opportunamente sostituite con le piagne e dove porte e infissi nuovi impediscono l’ingresso, tutto il complesso sembrerebbe abbandonato. La recinzione infatti è stata abbattuta, il cancello del cantiere non c’è e si accede liberamente; la grande porta del piano terra nel corpo centrale è spalancata e il locale trasformato in stalla per il ricovero di cavalli, con tutto quanto ne consegue come tutti possono vedere affacciandosi all’ingresso. All’esterno gli scarichi, che tra un tombino e l’altro corrono all’o scoperto in attesa della posa del nuovo piano di calpestio, sono stati distrutti e dovranno essere posati di nuovo con altre spese.
Segnalata la situazione, la sindaca di Filattiera Annalisa Folloni garantisce un intervento immediato per il ripristino della recinzione che metta in sicurezza in cantiere; quanto alle opere previste, prevede di poter ultimare i lavori entro l’anno in corso. “Abbiamo circa 370mila euro da investire per ultimare finalmente i lavori – spiega la prima cittadina – e contiamo di iniziare al più presto per completarli entro il 2021. Nel frattempo interverremo subito per ripristinare la recinzione ed evitare che possano entrare gli animali e ci possano essere altri danneggiamenti”. Tra i nuovi interventi c’è da segnalare anche il rifacimento della copertura del corpo centrale: al momento quel tetto è coperto a tegole (in parte divelte dal vento) che saranno sostituite da piagne, un materiale ben più consono all’ambiente circostante. Dovranno anche essere ripristinate le grondaie (divelte dalle intemperie o asportate…), ma soprattutto sarà sistemato l’interno dove si intuiscono gli spazi destinati all’ospitalità (camere e bagni) e quelli destinati alle attività comuni. Se, come tutti speriamo, il “rifugio” sarà completato nei prossimi mesi, quanto prima si porrà il problema dell’utilizzo. “Sono certa che questa lunga vicenda sia destinata a finire bene – spiega ancora la sindaca di Filattiera – e appena terminati i lavori come Comune procederemo alla pubblicazione di un bando per affidare la gestione della struttura destinata ad essere utilizzata anche come ostello; ci sono soggetti interessati e siamo fiduciosi che possa diventare una risorsa importante per il territorio”.
Paolo Bissoli