A due passi da casa: la scuola nel territorio tra fede e arte

I 400 anni dal voto alla Madonna del Popolo e i 200 anni della Diocesi di Massa. Un progetto didattico per esplorare tutte le potenzialità culturali che queste ricorrenze racchiudono

La statua della Madonna del Popolo nel Duomo di Pontremoli (Foto Walter Massari)

Anche per il nuovo anno nella scuola, che inizierà a settembre, l’ufficio per l’insegnamento della religione cattolica della Diocesi, propone un “concorso” per tutte le scuole di ogni ordine e grado, collegato al progetto didattico “A due passi… da casa”. Il tema cui dovranno ispirarsi i lavori realizzati dagli studenti ruoterà attorno a due ricorrenze di forte valore simbolico, nel prossimo anno pastorale, almeno dal punto di vista culturale: i 400 anni dalla formulazione del voto alla Madonna del Popolo di Pontremoli e i 200 anni dalla costituzione della Diocesi di Massa.
Come è noto, nel 1622 a Pontremoli, durante una feroce pestilenza, i rappresentanti del Consiglio Generale chiedono alla Vergine di far cessare il flagello e formulano un voto solenne alla Madonna promettendo di ricordarla ogni anno il 2 luglio con liturgie speciali e donando alla chiesa 12 libbre di cera, il necessario per illuminarla per buona parte dell’anno. Il morbo cessa ma torna a ripresentarsi nel 1630 e questa volta i pontremolesi promettono alla sacra immagine “di erigere un tempio il più sontuoso, ricco e capiente di popolo possibile”. Con la fine della malattia si iniziano i lavori per costruire l’attuale duomo di forma imponente e con pregevoli decorazioni. La statua della Madonna del Popolo, nella nicchia che sovrasta l’altare maggiore, è vestita con uno sfarzoso e ricco abito barocco che ricopre la sua forma lignea.

Massa, la facciata della cattedrale

La nascita della Diocesi di Massa è invece legata alla figura di Maria Beatrice D’Este Cybo e a Papa Pio VII il quale nel 1822 decide, con la bolla Singularis Romanorum, di erigere la Diocesi di Massa, smembrando le 112 parrocchie che ne faranno parte, dal territorio della diocesi di Luni-Sarzana e rendendola suffraganea dell’arcidiocesi di Pisa.
“Sono due eventi che hanno segnato il nostro territorio in modo indelebile – hanno dichiarato i direttori don Mario Tucci e Walter Fiani – e che quindi meritano di essere ricordati anche dalle istituzioni scolastiche. Perciò, con gli insegnanti di religione, è stato elaborato un progetto didattico che mirerà a esplorare tutte le potenzialità culturali che tali ricorrenze racchiudono”.
Per meglio organizzare i festeggiamenti e il lavoro di approfondimento culturale, sono state anche individuate, a livello diocesano, due figure di supporto: don Pietro Pratolongo per la Lunigiana e per le questioni relative al Voto pontremolese, e don Luca Franceschini, per quanto riguarda la nascita della diocesi massese. Il lavoro degli insegnanti di religione sarà impostato, come collaudato da diversi anni, in modo laboratoriale, secondo le tre zone in cui è stata divisa la diocesi: Massa, Carrara e Lunigiana.
A Massa il tema che verrà indagato è “1822-2022: i duecento anni della diocesi. Una comunità si fa popolo” e metterà al centro quindi l’atto di nascita della nuova istituzione ecclesiastica e le sue implicazioni dal punto di vista culturale, spirituale, sociologico.
A Carrara invece si cercherà di focalizzare il tema di ciò che è stato fatto dai cristiani per accrescere la spiritualità: in particolare si indagheranno i manufatti artistici legati alla Madonna del Cavatore e alle maestà cittadine.
In Lunigiana tutto il percorso laboratoriale verterà intorno al voto e alla Madonna del Popolo, vero polo attrattivo della spiritualità lunigianese nel corso dei secoli.
Dai laboratori, i docenti, operando in forma interdisciplinare, porteranno alla luce il “segmento didattico” che utilizzeranno in classe. E qui entrano in scena gli alunni che alla fine saranno i protagonisti di tutto il percorso, realizzando lavori multimediali collegati al tema, e con i quali potranno partecipare al concorso scolastico.
“La mission del progetto – spiegano ancora i direttori – consiste nel collegare la scuola al territorio, facendo così scoprire che la vera cultura non può prescindere dalle radici e che queste si trovano proprio lì, a due passi da casa, dove si svolge la nostra vita. In questo modo viene alla luce il contributo che la comunità cristiana ha dato alla storia locale, da tutti i punti di vista, abbracciando così l’arte, la solidarietà – si pensi solo alle Misericordie – la formazione, la promozione umana, e infine la sensibilità per il rispetto dell’ambiente”.

Ren. Bru.