C’è ancora oggi chi riesce a produrre pagine di profonda chiarezza sulla Madonna, Tota pulchra. C’è chi, nella cella monastica, riesce ancora a non guardare la tv, a non aprire facebook e a non twittare, per stare al cospetto unicamente di Dio, ragionando su Maria Santissima, l’Umile per eccellenza. È questa in estrema sintesi la genesi del libro “La Vergine Maria” di padre Serafino Tognetti (Etabeta, pp. 245, 14 euro), monaco e sacerdote della Comunità dei Figli di Dio. Sin dalle prime pagine, ci si trova dinanzi a chi ha deciso di formulare un canto, un inno di riconoscenza alla Madre di Dio, alla quale l’autore afferma di essere grato per la sua vocazione religiosa e sacerdotale.
Padre Tognetti prende in considerazione due celebri apparizioni mariane, La Salette, dove a 22 anni si fermò per un ritiro spirituale, e Fatima. La chiave di lettura è palese: parlare della Madonna in un tempo in cui nessuno più sembra imitarla e seguirla, riproponendo ciò che la Madonna ha chiesto all’uomo di oggi, così attento al mondo e così lontano da Dio: “La Madonna dice di pregare il rosario? La Madonna chiede la consacrazione della Russia? La Madonna dice che possiamo contribuire alla salvezza del mondo offrendo i nostri sacrifici e facendo penitenza? La Madonna dice di santificare la domenica? Perché allora non obbediamo, credendo che questa sia la via tracciata per la Chiesa di questo tempo? […] che colpa ne ho se la Madonna a Lourdes, a La Salette, a Fatima, ovunque, chiede che il popolo di Dio faccia penitenza?” (pag. 17).
Uno dei più grandi amanti e scrittori di Maria Santissima, San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716), sostiene che soltanto chi appartiene a Maria riesce a farsi umile sul serio per essere riempito della grazia di Dio e profetizza che i discepoli degli ultimi tempi, profondamente umili, saranno i prediletti della Madonna: “Non a caso, tutte le eresie che nascono all’interno della Chiesa vengono da coloro che pretendono di scrutare i misteri di Dio senza umiltà. Se vivessero in Maria, non diventerebbero eretici” (pag. 26).
Don Divo Barsotti arrivò a dire che Fatima è l’evento più importante, come apparizione, dopo l’Ascensione del Signore: la portata di tale messaggio è così ampia ed universale che abbraccia la Storia della Salvezza. Questa nostra epoca, come aveva ben intuito il Papa Leone XIII, è sotto l’influenza di un’indubbia potente pressione diabolica, condita dagli ego personali che si fanno dio, dove è venuta meno la distinzione tra bene e male, ed anzi il male diventa trainante per le masse a cominciare dai più piccoli, che sono anche i più indifesi, ai quali viene celermente sottratta l’innocenza.
Come allontanare allora la presenza satanica e come arrestare i castighi divini, conseguenza della tracotante ribellione degli uomini e delle donne al loro Creatore? La Madonna a Fatima è stata chiara: penitenza, sacrifici, preghiere, rosari. I santi pastorelli di Fatima Giacinta e Francesco Marto compresero alla perfezione la potenza di questi antidoti alla pandemia dei peccati e degli errori, e come loro molti altri santi bambini e giovani, che padre Tognetti elenca e ricorda preziosamente: Carlo Acutis, Chiara Badano, Marco Gallo, Rolando Rivi, Luca Bertola, Giulia Gabrielli, Maria Goretti, Antonia Mesina, Albertina Berkenbrock, Anna de Guignè, Gustavo Bruni ed altri ancora. Il comunicare di Padre Serafino è potente, e non solo negli scritti, ma anche nella predicazione orale.
San Francesco d’Assisi diceva che il Vangelo va interpretato “sine glossa”, ossia senza interpretazioni, alla lettera, ed è ciò che si sperimenta quando si ascoltano le catechesi del monaco di origine bolognese, instancabile predicatore di città in città. Ai sacerdoti, alle comunità religiose e ai laici, a cui si rivolge di volta in volta, indica come è possibile scegliere fra il Regno di Dio e il Regno di Satana: o si sta dalla parte di Dio oppure dalla parte del principe di questo mondo. La sua verace predicazione, comprensibile a tutti, si riempie di logica e di annuncio della Buona Novella.
don Fabio Arduino