Meteo-busillis: per rimarcare e quasi celebrare l’immancabile difficoltà delle previsioni di Pasqua, offriamo ai nostri lettori questa nuova espressione… sperando che piaccia! Il perché non ce lo chiediamo più da anni. Il fatto che la Pasqua si festeggi in primavera, in una data compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile e con elevata probabilità tra il 30 marzo e il 17 aprile, basta a spiegare le bizze atmosferiche cui è soggetta. E non solo la domenica di Pasqua, ma l’intero periodo fra il Giovedì Santo e il Lunedì dell’Angelo, ovviamente, risente della volubilità tipica della stagione.
Fino all’ultimo, quindi, saranno in forse il sole, la pioggia, il temporale, il vento e ogni altro fenomeno possibile in questo periodo. Non che siano mancate edizioni tranquille, stabili e soleggiate della Grande Festa: basti pensare allo scorso anno, quando la prima decade di aprile trascorse eccezionalmente senza una nuvola mentre si doveva stare chiusi in casa per la prima ondata della pandemia. Pasqua cadeva il 12 aprile, e già dal primo del mese il tempo era sfavillante di sole; rannuvolò molto, invece, ma senza piovere, il lunedì 13 per ‘Pasquetta’. In alcuni anni, l’instabilità atmosferica fu talmente acuta da recare freddo, pioggia, temporali e grandine, graupel o neve tonda e persino neve vera e propria: ad esempio, nel 1983, 1994 e 1998. Vedremo, a giorni, come saremo trattati questa volta.
Intanto, volendo dare uno sguardo retrospettivo alla settimana compresa fra martedì 23 e lunedì 29, c’è da prendere atto della magnanimità marzolina 2021. E’ pur vero che notte e mattino presto ha continuato a far freddo e a gelare debolmente, ma le ore diurne si sono fatte più gradevoli. Qualche nuvola e un poco di foschia sono riapparse il 25 e il 26, tuttavia la pioviggine prevista già per venerdì non si è vista fino a sabato mattina. Il 27, infatti, il cielo si è presentato cupo e chiuso per l’intera giornata e lo stato del cielo, le nubi basse, la precipitazione – debole, fitta, continua nella mattinata – hanno ulteriormente ridotto l’escursione termica notte-dì a soli 4°C: la temperatura minima è salita rispetto a quelle registrate nelle precedenti e gelide notti serene, mentre la massima è calata mancando la radiazione solare.
Più a sorpresa, dopo qualche timido cenno di schiarita nella tarda serata di sabato, è stata la residua pioggerella all’alba di domenica, quando però la maggior parte di noi dormiva ancora essendo entrata in vigore l’ora legale ‘estiva’. A fatica, in Lunigiana, si sono affermate le parziali schiarite a metà giornata, prima di quelle risolutive serali. I pluviometri hanno lavorato per non battere troppo la fiacca (un certo riposo, ultimamente se lo erano senz’altro meritato), registrando da 2-3 fino a 10-12 mm in siti montani tra sabato e domenica.
Questo piccolo apporto di fine mese permette al marzo 2021 di chiudere perdendo posizioni nella classifica dei mesi di marzo più asciutti, che restano quelli del 1880, 1929, 1948 e 1953. Si vedrà meglio in dettaglio nel resoconto sul prossimo mumero.
La settimana santa si è avviata con un bel lunedì, non tanto limpido (foschia, comunque, leggera) e con banchi di nebbia mattutini nel più basso fondovalle; le ore diurne, pienamente soleggiate e in compagnia della brezza valliva fino al tramonto, hanno visto la conquista e il superamento dei primi 20°C di temperatura massima del mese di marzo: tale soglia, però, era stata già raggiunta molto precocemente e per quattro giorni consecutivi a fine febbraio (dal 23 al 26), fatto decisamente più eccezionale.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni