Superate anche le incertezze meteo previste per il 24 luglio e realizzatesi, più o meno, le attese, l’ultima settimana di luglio terminerà con tempo sostanzialmente stabile recando quella calura che, finora, l’estate 2020 non aveva conosciuto. La terza decade si era aperta con le condizioni più che buone del 21, peggiorate invece il 22 sia per la maggiore nuvolosità che per l’incremento di umidità, in grado di determinare il primo caldo afoso della stagione. Pure il 23, benché più sgombro di nubi rispetto al dì precedente e più ventilato, non era esente da qualche ora di caldo umido e dispensava, a metà pomeriggio, un piovasco a goccioloni ben grossi in grado di far compiere uno scatto (0,2 mm) al pluviografo.
Come prova generale del transito del fronte temporalesco in programma l’indomani, non era certo gran cosa, ma è risaputo che, soprattutto d’estate, vige la legge delle precipitazioni a macchia di leopardo: aree anche vicine fra loro possono andare soggette a forti differenze degli accumuli, proprio perché dovuti essenzialmente a rovesci di origine temporalesca; e i cumulonembi sono nubi assai capricciose nella distribuzione del loro contenuto. Il cielo, fin dal primo mattino, si mostrava coperto, ma non ancora minaccioso. Pioviggine e poi deboli piovaschi di crescente intensità e accompagnati da vento di tramontana, destatosi impetuoso alle 10 con raffiche fino a 50 km/h, movimentavano la scena toccando il relativo clou sotto il breve e forte rovescio ‘condito’ di grandine delle ore 10,50.
Seguiva una pausa all’ora di pranzo con ricomparsa del sole, schiarita del tutto ingannatrice perché il fronte freddo doveva ancora abbordare le regioni di NW. Neppure il tempo di alzarsi da tavola e, alle 14, il cielo era di nuovo immusato e pronto per il secondo round. Un temporale impegnava la Lunigiana, da NW a SE, e poi l’area di costa, tra le 14,30 e le 17 circa, con culmine su Pontremoli verso le 15, ma qui senza infierire con fenomeni di particolare entità.
Gli apporti si distribuivano in alta Lunigiana per lo più 10-20 mm al massimo, mentre il passaggio frontale avveniva in modo decisamente più travagliato lungo il litorale apuano e versiliese e la fascia pianeggiante e collinare retrocostiera: rovesci fino a 30-40 mm e vento a potentissime folate in discesa dalle nubi temporalesche, fino a più di 90-100 km/h, tali da meritare la qualifica di ‘tempesta violenta’.
Tanto strepito riusciva, entro sera, a fare assoluta pulizia e a riportare una frescura e un clima più asciutto proprio in corrispondenza del week-end. Sotto il cielo stellato e l’aria così ricambiata, risultavano frizzanti sia la notte di sabato che quella di domenica (minime all’alba di 11-12°C), mentre allo spirare di una brezza regolare, anche al cospetto del pieno soleggiamento, le temperature massime non andavano oltre 28-29°C. La visibilità poteva definirsi eccellente sabato 25 e ancora ottima domenica 26, anche se, trascorse le limpide ore del mattino, ‘sbuffi’ dal mare iniziavano, pian piano, a far perdere trasparenza alla massa d’aria e ad addensare nubi ai monti.
Il processo di graduale riscaldamento in atto si è intensificato lunedì 27 e continuato martedì 28, ma in misura non eclatante perché compensato dal trasporto di aria più umida.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni