Le suore della Libertà. Tra guerra e Resistenza

24suore_libertàLa già ampia saggistica dedicata alle vicende che hanno coinvolto i cattolici durante i lunghi mesi dell’occupazione nazifascista e il ruolo da essi svolto per la liberazione del Paese, si arricchisce del saggio di suor Albarosa Ines Bassani “Le suore della Libertà. Tra guerra e Resistenza (1940-1945)” (Gaspari editore, 2020), incentrato sulle esperienze, spesso tragiche, delle Suore Maestre di Santa Dorotea di Vicenza. L’autrice stessa appartiene alla congregazione, figura tra le prime due donne nominate dal Papa quale Consultore Storico per le Cause dei Santi ed ha al proprio attivo altri saggi di storia religiosa contemporanea nei quali offre al lettore spunti dal vasto patrimonio conservato negli archivi; in particolare in quelli di case e conventi delle Dorotee sparsi in tutta Italia (il libro più recente è L’altra Caporetto. Suore, orfanelle e pazze di Valdobbiane profughe nei territori occupati 1917-1918).
Le suore della Libertà è un saggio che svela, con ampio utilizzo dei documenti e delle testimonianze raccolte negli anni, la vita di asili, scuole e ospedali dove si concentrava l’opera delle Dorotee negli anni del secondo conflitto mondiale; una vita a lungo scandita da tempi e regole certe, ma all’improvviso stravolta da una violenza assoluta. Quella già in parte sperimentata negli anni della Grande Guerra ma ora amplificata nello spazio (visto che coinvolse gran parte delle “case” sparse lungo lo Stivale) e nel tempo, vissuta come fu dall’estate 1940 alla primavera inoltrata del 1945.
Il libro si sviluppa lungo tre direttrici: quella, lunga e tragica, dei bombardamenti; quella che scaturisce dal racconto di madre Capovilla (significativo il titolo: “Come un generale in guerra”!); infine quella legata alla Resistenza contro il nazifascismo, il rapporto con i Comitati di Liberazione e le formazioni partigiane, ma anche l’aiuto ai perseguitati, primi fra tutti gli ebrei. Il racconto delle vicende legate ai bombardamenti alleati sulle città italiane inizia a Genova: in San Bartolomeo della Certosa le Dorotee gestivano una casa di accoglienza con un centinaio di bambini tra orfanelle e alunni di asilo e scuole elementari. Storia di una comunità che si intreccia con quelle della città che la ospita; storie simili a quelle di Roma dove la comunità delle suore vicentine era proprio a ridosso dello scalo ferroviario di San Lorenzo colpito dalle bombe alleate più volte dal luglio 1943.
E tanti altri altri fatti, da Nord a Sud: storie di strenua dedizione, di inconsapevole eroismo sostenuto dalla preghiera, che però a volte non riuscì ad impedire la tragedia. E poi storie di scelte, tormentate ma inevitabili per quelle donne che aprirono le porte dei conventi ad altre donne, perseguitate perché ebree e destinate ai campi di sterminio. E anche a uomini, fossero militari alleati fuggiti dai campi di priogionia, soldati italiani sbandati dopo l’8 settembre che rifiutavano di arruolarsi nella RSI, partigiani impegnati nella resistenza armata. I fatti citati sono decine e decine: l’autrice li elenca non fini a se stessi, ma a riprova che la Resistenza non è stata un fenomeno di minoranza, ma una lotta corale, una lotta di popolo senza distinzioni sociale.
“Mi sono chiesta se aveva senso ritornare, dopo più di settant’anni, sui ricordi e le testimonianze delle mie sorelle – scrive suor Albarosa – Le loro erano storie minori ma aprivano uno spiraglio sulle drammatiche sofferenze subìte dalla gente comune e soprattutto dai poveri. E con loro le suore: donne comuni, fragili e spaventate. Ho capito che i ricorsi se affidati solo al racconto orale sono destinati a morire dopo una o due generazioni e anche le memorie delle suore sarebbero state condannate all’oblio se non fossero state vergate sulla carta e non fossero uscite dai faldoni polverosi dell’archivio. Solo la memoria scritta può restituire alla vita i ricordi e consegnarli presenti e intatti ai discendenti”.

Paolo Bissoli