L’impianto nato a Carrigio, tra Monzone ed Equi. La struttura nel corso degli anni è cresciuta offrendo un prodotto di qualità conosciuto in tutto il Nord Italia. Il Covid ha fatto crollare del 50% gli ordini ma si guarda con ottimismo al futuro
Le trote del Lucido, nei due rami, di Vinca e di Equi, sono diventate famose perché gli storici hanno scritto che arrivavano a Firenze sulla tavola dei Medici e perché collegate alla leggenda del “brigante convertito” Filippo Caldani. La loro fama, però, sarebbe rimasta ristretta alla vallata, se all’intuito imprenditoriale di Nino Damiani, per tutti Ninetto, nei primi anni Sessanta, non fosse venuto in mente di costruire delle vasche e di allevarle. Lo fece in Carrigio, località fra Monzone e Equi, in terreni di sua proprietà: quattro vasche e la presa. Così raccontò a Bruno Gianni per il nr. 1 del periodico “Lunezia” del 1° giugno 1994. Da quel momento abbandonò le attività dei settori commerciale e del trasporto, per dedicarsi esclusivamente alla troticoltura, che sviluppò fino a renderla una delle più produttive della Toscana, potendo contare sulla collaborazione dei famigliari (i figli Andrea e Simonetta, il genero Stefano, i nipoti Giulia e Jacopo), che, alla sua morte, avvenuta nel febbraio 2011, hanno preso le redini dell’azienda e l’hanno sviluppata e modernizzata. Oggi il complesso della struttura, che ha ramificazioni differenziate per funzioni anche sul Lucido di Vinca, presso il ponte di Santa Lucia, e in località Tufo di Monzone, può essere considerato “un impianto a ciclo completo: riproduzione, spremitura uova, incubazione, maturazione”, per un prodotto di massima qualità, che raggiunge tutte le regioni del Nord Italia, fino alla Valle D’Aosta.
Per l’80%, secondo dati di qualche tempo fa, è destinato al ripopolamento, alla pesca sportiva, ai laghetti “pesca e porta a casa”, per il 20% alla ristorazione (una specialità di un ristorante della Valle del Lucido è la trota al cartoccio di foglie di castagno con condimento di crema di castagne). In questi ultimi anni la domanda è aumentata e le trote del Lucido – iridee, fario, salmerino, che si dice autoctona- sono state sempre più apprezzate, grazie alle ottime condizioni ambientali in cui crescono (un avannotto impiega 12/15 mesi per raggiungere il peso di 2,50/3 etti) e alla costante cura che viene loro dedicata per il mantenimento della giusta temperatura, della ossigenazione e della purezza dell’acqua. Così, giustamente, nel numero di Lunezia del 1994, veniva presentata la “Troticoltura Damiani. Le sorgenti delle Apuane assicurano l’acqua limpida e pura per allevare le migliori trote. Un prodotto della troticoltura Damiani, nutriente, digeribile , economico”. Purtroppo le vicende del coronavirus hanno bloccato l’attività proprio nei mesi delle maggiori e, quest’anno, ampliate richieste, limitandola al puro mantenimento in vasca. “Ora è ripresa, ma è ancora ad un livello del 50% rispetto alla normalità, che ci auguriamo di raggiungere al più presto”, dice Andrea Damiani, che ama sottolineare la grande idea avuta dal padre Nino, che volentieri ricordiamo anche per la passione calcistica e per il legame con la squadra del paese.
Andreino Fabiani