La maturità in Lunigiana ai tempi del Covid: “Un esame serio con ottimi risultati”

Scuola in sicurezza e per un giorno gli studenti sono tornati. Il giudizio di quattro insegnanti locali

Un esempio di esame di maturità al tempo del Covid-19
Un esempio di esame di maturità al tempo del Covid-19

Alla fine è andato tutto bene, ma non era scontato che si rivelasse positiva la scelta di far svolgere la prova orale degli esami di maturità in presenza. In tempi di epidemia da coronavirus mettere il giovane candidato seduto di fronte alla commissione significava applicare un rigido protocollo di sicurezza e qualche timore che il sistema potesse non riuscirci c’era. Invece la scuola locale sembra aver superato brillantemente il suo esame, almeno secondo il parere delle insegnanti che ci hanno raccontato la loro esperienza, appena conclusa, in tre Istituti della Lunigiana: il “da Vinci” di Villafranca, il “Belmesseri” e il Liceo vescovile di Pontremoli. Per tutti – insegnanti, studenti, personale tecnico – è stato il ritorno dopo tre mesi di lontananza, trascorsa tra lezioni a distanza e contatti telefonici, con tanti timori e molta passione. “Sono davvero contenta – esordisce Maria Adele Riani, insegnante di filosofia e storia a Villafranca – questa esperienza è una grande speranza per il futuro: la scuola ha saputo organizzarsi al meglio, con grande attenzione per tutto e per tutti”. A Villafranca, negli ampi spazi del “da Vinci”, si sono dati appuntamento anche gli studenti delle sedi di Aulla (Liceo Classico “Leoparti”) e di Pontremoli (Liceo Linguistico e delle Scienze Umane “Malaspina): una scelta, quella di convocare tutti in un’unica sede, che ha permesso di concentrare le forze e di applicare al meglio le direttive ministeriali sulla sicurezza. Locali tirati a lucido, percorsi differenziati, punti di igienizzazione, bagni separati e divisori in plexiglas per gli studenti che così hanno potuto sostenere la prova senza mascherina evitando di andare in debito di ossigeno più di quanto già non provocasse l’emozione! Già, perché alla fine si è trattato di una prova vera. Tutte le insegnanti lo confermano: l’esame di maturità è sempre una grande emozione e, in un certo senso, quest’anno lo è stata ancora di più. “I ragazzi? Splendidi e preparati – aggiunge Maria Adele Riani – nonostante il disagio e le difficoltà. Non dobbiamo dimenticare che hanno finito l’anno scolastico quasi senza saperlo e senza nemmeno l’ultimo giorno di scuola, che hanno comunque sofferto per essere stati lontani e che erano davvero soddisfatti per essere tornati almeno per questa occasione”.

L'ingresso a scuola di alcuni studenti delle Superiori
L’ingresso a scuola di alcuni studenti delle Superiori

Un evento tutto concentrato in quell’ora di fronte alla commissione e nella quale raccogliere i frutti del lavoro svolto a casa recuperando le esperienze dei mesi lontani, quelli delle lezioni in aula e dell’alternanza scuola-lavoro. E la didattica a distanza? “Abbiamo scoperto di avere una risorsa in più per lavorare e anche questa è una speranza per il futuro – spiega l’insegnante – quasi tutti hanno reagito bene e la prova d’esame ne è stata la dimostrazione. Certo i problemi non sono mancati: qualche ritardo nell’organizzazione, connessioni lente e mancanza di banda larga, senza dimenticare che ci sono stati studenti che hanno dovuto convivere con situazioni familiari difficili a causa della pandemia e più di uno era psicologicamente provato”. E i risultati? “Nel complesso ottimi. Certo chi era al limite della sufficienza si è un po’ barcamenato, ma sarebbe successo anche senza questa situazione di straordinarietà. Un occhio di riguardo? Assolutamente no…” Condivide il giudizio Antonella Boni, insegnante di filosofia al “Malaspina” di Pontremoli: “I ragazzi? Sempre agitati, come ogni anno, come eravamo anche noi; ma questa volta con un’emozione in più per il ritorno a scuola dopo tanti mesi”. Ma è stato un esame di serie B? “Macché, è stata una prova rigorosa, piena di contenuti con elaborati presentati al meglio, interrogazioni serie, insomma un vero esame di maturità, una prova di vita!” Oltretutto preparata lontano dagli insegnanti e dai compagni: “La didattica a distanza ha funzionato – conferma Antonella Boni – e ha dimostrato di avere dei pregi, anche se indubbiamente è mancato il contatto. Una risorsa da tenere presente, ad iniziare dal prossimo anno visto che ha evidenziato di poter ottenere un’ottima preparazione e lezioni svolte con il massimo impegno sia da parte degli studenti che di noi insegnanti che all’improvviso ci siamo dovute inventare un altro tipo di scuola e di questo dobbiamo cogliere tutto il positivo che è emerso”.

Gli studenti protestano di fronte alla sede del "da Vinci" di Villafranca
Gli studenti di fronte alla sede del “da Vinci” di Villafranca

Esperienza positiva anche a Pontremoli. “Certamente è andato tutto bene – risponde Cristina Felini, che all’Istituto “Belmesseri” insegna Italiano e Storia – buona la preparazione che è stata fatta anche se a tutti è mancato il contatto relazionale tra noi e gli studenti perché le video lezioni sono un ottimo strumento che tuttavia in molti casi non permette di comprendere fino in fondo, anche se i ragazzi si sono davvero impegnati”. E per voi insegnanti? “Per noi è stato spesso faticoso – commenta – anche perché è difficile darsi un limite all’uso del computer davanti al quale siamo restate molte ore in più rispetto alla consueta esperienza del fare scuola. Ma era necessario. E adesso resta la soddisfazione di aver visto i ragazzi presentarsi all’esame tranquilli e addirittura felici di essere tornati a scuola, quasi tutti soli”. Ma alla fine, sinceramente, che esame è stato? “Senza dubbio un esame estremamente serio!”. Un giudizio condiviso anche da Elisabetta Carlotti, insegnante di greco e latino al Liceo Vescovile: anche qui è andato tutto per il meglio. “Una buona classe – ci dice – con studenti che hanno ottenuto ottimi risultati e che hanno anche dimostrato di avere la capacità di reagire molto bene ad una contingenza non facile e a un momento davvero difficile. Abbiamo tutti vissuto settimane nell’incertezza per quel che riguardava le modalità di svolgimento dell’esame – continua – che poi si è svolto in sicurezza e si è rivelato serio sotto ogni punto di vista. Certo la mancanza delle prove scritte ha inciso condizionando gli studenti: affrontare una prova così importante tornado a scuola dopo mesi e affrontare subito un esame orale trovandosi di fronte tutta la commissione è stata un’emozione davvero molto forte!”.

Paolo Bissoli