“É il momento di attingere alla forza che ci viene dalla presenza del Signore con noi”: mons. Santucci in un nuovo messaggio alla Diocesi
“Senza la domenica non possiamo vivere”, riprende il motto dei martiri di Abitene, che nel IV sec. testimoniarono con la vita la fede in Cristo, il vescovo Giovanni in un nuovo videomessaggio, pubblicato domenica 15 marzo. Dopo il messaggio di lunedì scorso 9 marzo, il vescovo Giovanni ritorna a parlare alle comunità, adesso che le restrizioni decise per la sicurezza e la tutela di ciascuno, impediscono ai fedeli di riunirsi per celebrare la S. Messa. Testimoniare la fede nel Signore Gesù, appartenere alla comunità dei cristiani, dedicare un tempo alla preghiera e alla spiritualità, sono valori importanti che possono essere vissuti, nonostante le forti limitazioni come stiamo sperimentando ogni giorno.
“Ai tempi delle persecuzioni – ha detto mons. Santucci – per la celebrazione della S. Messa i cristiani hanno dato la vita, così come succede oggi in tanti paesi dove non c’è la libertà: nel nostro caso, invece, è una scelta responsabile quella di non riunirci in assemblea, per evitare la propagazione del contagio. Questo però non ci impedisce di vivere e di cercare la nostra fede, perché possiamo riunirci spiritualmente in preghiera: è il tempo delle scelte, semplici, ma chiare, di preghiera, di dire concretamente a noi stessi e agli altri la nostra appartenenza alla Chiesa e alla fede”.
E ancora: “Prego il Signore perché ci liberi da questo virus al più presto, e guidi la mente e il cuore di coloro che sono responsabili della salute delle persone. La vita, lo sappiamo, è dono di Dio, non è nostra, però abbiamo il dovere di conservarla, e questa epidemia ci dice ancora una volta della nostra fragilità e debolezza”. Già nei giorni precedenti il vescovo aveva fatto pervenire ai sacerdoti una comunicazione nella quale forniva indicazioni per la celebrazione della S. Messa senza i fedeli. “L’Eucarestia è fonte e culmine della vita spirituale – ha scritto il vescovo – è la vita della Chiesa”. “Ora è il momento di attingere alla forza che ci viene dalla presenza del Signore con noi: sarà una comunione spirituale, un desiderio di incontro con Lui, che vivremo incontrando la sua Parola e i suoi fratelli”.
Nella scelta di continuare a mantenere le chiese aperte, accompagnando le giornate con il suono delle campane, mons. Santucci ha esortato i sacerdoti a farsi disponibili nei confronti delle persone, soprattutto le più bisognose e sole, naturalmente con tutte le misure accorgimenti precauzionali di questo tempo. Da questo punto di vista, se è vero che le attività dei Centri di Ascolto Caritas nei vicariati sono state sospese (anche la Curia vescovile è chiusa al pubblico), il vescovo ha fatto appello di non dimenticare i poveri e i più deboli e di mettere in atto tutte quelle strategie che permettano, nel rispetto massimo delle cautele, di aiutare chi permane nel bisogno e che a causa di questo è maggiormente a rischio.
Le due mense Caritas di Massa e di Bassagrande continueranno infatti a svolgere il loro prezioso servizio, mentre verranno garantite in sicurezza le aperture degli armadi e della distribuzione di viveri sul territorio.
Alcune parrocchie inoltre si stanno attrezzando per il servizio spesa alimentare e farmaci a favore dei parrocchiani anziani o ammalati, oppure per l’attivazione di una “linea amica” tramite telefono per coloro che non sono nella possibilità di utilizzare i social network e le possibilità offerte dalle nuove tecnologie.
In questo senso, già nella domenica 15 marzo, III di Quaresima, il vescovo ha offerto una liturgia della Parola con il commento al Vangelo, disponibile sul sito internet della diocesi e sul canale YouTube della Scuola di formazione teologica: questo servizio andrà avanti anche nelle prossime domeniche. “Guardiamo al Crocifisso – ha scritto il vescovo – al quale i massesi si sono rivolti per scongiurare il bombardamento della città, per riflettere sulle sofferenze dell’umanità, e imitiamo la Madonna del Popolo che ha sostenuto Pontremoli durante la peste per farci carico non solo della salute di noi peccatori, ma anche di tutti gli uomini che dobbiamo imparare a non giudicare e a considerare veri fratelli”. (df)