C’era poco da sperare e lo sforzo è già stato erculeo per questo povero, piccolo inverno smidollato. La scorsa settimana, al destarsi dei forti venti di maestrale e di tramontana subito dopo la breve fase favonica, era baluginata la possibilità che il sereno potesse durare almeno qualche giorno.
La corrispondente lettera S nella casella dello stato del cielo è riuscita a conquistare il tris da mercoledì 5 a venerdì 7 febbraio. Il forte vento da Nord ha restituito sensazioni di freddo invernale a dispetto dei valori termici tutt’altro che rigidi: semplicemente, non si era abituati all’impeto delle correnti boreali; perciò, i 12°C con vento forte e asciutto del 5 sono stati accolti, rispetto ai 16-17°C umidi e tranquilli del 3 e ai 14°C ventosi del 4, con una viva sensazione di aria pungente.
La temperatura, in media, è rientrata nella norma fra il 6 e il 9 grazie, più che altro, alle temperature minime sotto zero: le massime, infatti, si sono tenute sempre superiori ai canoni stagionali, eccetto domenica 9, più in linea con le attese, ma solo a motivo della incipiente copertura nuvolosa (della serie: così sono buoni tutti!). Inutile ripetersi sulla débacle dell’inverno 2019-20, ormai conclamata.
Un fallimento partito con dicembre, proseguito in gennaio e che si sta affermando in febbraio, ormai già a metà del suo cammino. Tempestosi venti occidentali hanno spazzato l’Europa Atlantica e quella centrale recando aria mite dall’oceano. Il vortice polare danza follemente impedendo scambi meridiani e discese di aria gelida sulle nazioni del vecchio continente. Le correnti atlantiche hanno premuto fino a riportare grigiore, umidità e pioviggine.
Domenica pomeriggio, è ripreso lo stillicidio, andato avanti per buona parte di lunedì 10. Le precipitazioni, con le correnti di ponente-libeccio, si sono dimostrate più abbondanti sulle Apuane e alle loro pendici, quindi nella Lunigiana orientale.
Martedì 11 ha provato a ripartire da capo il solito ‘giro’ con le schiarite. Persino nel 1990 e nel 1998, che ebbero mesi di febbraio molto simili a questo, si riuscì a vedere qualche giorno rigido.
Chissà, magari il febbraio 2020 ha in serbo nel cilindro una sorpresa dell’ultima ora… Fino alla prossima settimana, intanto, poco ma sicuro, non c’è alcuna svolta epocale alle viste.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni